La Roma resta terza anche quando la Lazio non gioca: la sconfitta contro l'Inter, la quarta in campionato, adesso può diventare decisiva nella corsa per il secondo posto. Il 2 a 1, gol di Icardi nel finale, sintetizza la stagione giallorossa. Il centravanti, non Doumbia, fa sempre la differenza.
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La Roma resta a mani vuote
La sconfitta contro l'Inter, la quarta in campionato, adesso può diventare decisiva nella corsa per il secondo posto
FORMULA SPREGIUDICATA - Garcia, con le scelte iniziali, è come se si fosse rivolto contemporaneamente al suo gruppo e all'Inter: la Roma non si può permettere altri passi falsi. Dentro, quindi, più giocatori di qualità. E assetto offensivo, quasi sbilanciato. Il tridente è inedito: con Totti, ecco Ibarbo e Gervinho, per la prima volta insieme dall'inizio. Florenzi ha ancora spazio da terzino e Pjanic si riprende il posto a centrocampo. Mosse che non sono, però, servite.
ANCHE IL PROFETA - Gli ex laziali continuano, dunque, a incidere nella corsa al secondo posto, aiutando la formazione di Pioli: domenica scorsa Reja, con l'Atalanta, si è preso un punto all'Olimpico, evitando il possibile controsorpasso: a San Siro, invece, ha colpito Hernanes, complicando la gara della Roma, e al resto ha pensato Mancini. Stop e gran sinistro del brasiliano dal limite, con Holebas e gli altri difensori di Garcia utili solo a coprire la visuale a De Sanctis. La rete del brasiliano, a digiuno dal 19 ottobre, è almeno servita a svegliare il gruppo giallorosso. Che ha conquistato campo, prendendosi l'iniziativa e lasciando ai rivali giusto qualche contropiede. Ibarbo ha avuto subito sul sinistro la palla del pari: palo a colpo sicuro, dopo aver sfruttato il rimpallo in area nerazzurra.
CORI, OFFESE E BUU - Anche al Meazza il pubblico fa la solita brutta figura. Se dal settore occupato dai tifosi della Roma si sono sentiti ancora i cori contro i napoletani e gli insulti per il presidente Pallotta, nella curva opposta gli ultrà dell'Inter si sono distinti per gli ululati razzisti quando è stato ammonito Yanga Mbiwa per un'entrata su Icardi (21') e, in alcune fasi di gioco, anche a Gervinho e Ibarbo. Nella prima parte, tanto per non guastare, anche l'espulsione di Romeo (34'), ex arbitro e ora team manager nerazzurro: Orsato ha cacciato l'ex collega, troppo vivace nelle proteste.
ASSETTO LUNGO - Nainggolan guida l'assalto, ma i giallorossi sono lenti nella manovra e faticano, come al solito, a presentarsi al tiro. Il 4-3-1-2 dell'Inter è sicuramente più compatto del 4-3-3 di Garcia: a parte Icardi, in 9 si sacrificano sotto palla. Mancini, nella circostanza, rinuncia al possesso palla. Il gol di Hernanes lo ha agevolato, anche se poi i suoi giocatori non sono riusciti a ripagare con le ripartenze. Sfruttate male fino all'intervallo. Anche perché la Roma si spacca in due tronconi: davanti restano Totti e i due esterni Ibarbo e Gervinho, a volte anche Pjanic che, recuperato in extremis, cerca di non sprecare troppe energie.
CAMBI DECISIVI - Icardi fa cilecca in avvio di ripresa, quando non sfrutta due contropiede quasi in solitudine. Garcia interviene per tenere in corsa la Roma: fuori Totti e dentro Keita nel 4-3-1-2. Pjanic avanza da trequartista e va a incidere. Prima regala la palla del pari a Florenzi che spara alto, subito dopo la offre a Nainggolan che di destro firma l'1 a 1. Le altre sostituzioni, però, le azzecca Mancini che, per tornare a vincere dopo due mesi e mezzo in casa (ultimo successo l’8 febbraio), comincia con Kovacic per Brozovic e continua con Shaqiri per Guarin, quando il collega mette il confuso Iturbe per Pjanic.
Ma la mossa decisiva è Podolski per Gnoukouri nel finale. Il campione del mondo regala l'assist per Icardi che punisce De Sanctis: 2 a 1 e gol numero 17 per il centravanti. La Roma, 2 punti in 3 partite, si affida nel recupero a Doumbia. Che è ancora fermo a zero gol. Non bisogna aggiungere altro.
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