(Il Messaggero-U.Trani)Sono tre e forti lì in mezzo. Sono quelli che hanno garantito equilibrio alla Roma in queste prime 13 giornate del campionato. E dato un senso al copione di Garcia per qualità, dinamismo, intelligenza, fisicità e anche esperienza. Sono il cuore della squadra. Ma sono tre. Solo tre. E nessuno, nemmeno Garcia e Sabatini, può avere la certezza che Pjanic, De Rossi e Strootman possano bastare. Perché, dietro di loro, non esistono quei ricambi che permetterebbero all’assetto di conservare, fino alla conclusione del torneo, la competitività mostrata fini qui. Il tecnico giallorosso conta solo sui tre che tra l’altro sono pure diffidati. Quindi, prima o poi, dovranno lasciare il posto ai sostituti. Che, pesando la rosa, scarseggiano. A gennaio quel reparto andrà per forza migliorato, essendo numericamente incompleto. Con qualche sosia dei titolari. Per aiutare Rudi. Per farlo stare tranquillo quando c’è da farli rifiatare durante una partita o magari, se è il caso, da escluderli dalla formazione di partenza per non rischiare infortuni.
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Roma, lavori in centro
(Il Messaggero-U.Trani) Sono tre e forti lì in mezzo. Sono quelli che hanno garantito equilibrio alla Roma in queste prime 13 giornate del campionato. E dato un senso al copione di Garcia per qualità, dinamismo, intelligenza,
DANIELE SENZA PAUSE
De Rossi, insieme con il portiere De Sanctis, non ha perso un minuto: in tutto 1170 (sarebbero 1231, contando quelli di recupero). Dunque, mai sostituito e sempre presente nelle 13 gare. Già in due-tre occasioni, l’ultima proprio lunedì, è sceso in campo senza essere al cento per cento. Garcia non ci rinuncia e bisogna capirlo: in emergenza può arretrare a fare il difensore centrale. Nel suo ruolo possono giocare, con caratteristiche diverse, proprio Pjanic e Strootman. Il bosniaco, anche lui 13 presenze e 1062 (1098 con i recuperi), è stato però sostituito già sette volte: contro Livorno, Verona, Lazio, Inter, Udinese, Chievo, Sassuolo. Per infortunio, scelta tecnica o stanchezza. Rudi preferisce dosarne gli sforzi. L’olandese, 12 match giocati, ha numeri, almeno come media, più simili a quelli di De Rossi: 1054 minuti (1106 con i recuperi), indisponibile a Livorno e uscito solo contro Verona e Bologna.
PANCHINA CORTA
Il francese conta tanto sul trio, meno su chi subentra. Bradley è la riserva più utilizzata: 7 presenze e 285 minuti (314 con i recuperi), 2 partite da titolare, contro Livorno e Torino, in 5 è entrato dalla panchina: Verona, Udinese, Chievo, Sassuolo e Cagliari. Marquinho ha invece giocato più gare, 9 di cui 2 da titolare contro Sampdoria e Chievo, ma ha fatto meno minuti dell’americano, 237 (263 con i recuperi). Taddei si è accontentato finora di 5 presenze e 71 minuti (87 con i recuperi), senza essere mai stato titolare. Solo Bradley ha segnato tra i giocatori che di solito non partono dall’inizio. I centrocampisti, comunque, si sono limitati a 7 reti su 26: oltre a quella dell’americano, 1 gol per De Rossi, 2 per Strootman e 3 per Pjanic. Solo e sempre loro tre. Marquinho, del resto, dovrebbe andar via a gennaio e Taddei, offerto fino all’ultimo giorno di mercato al Livorno a fine estate, potrebbe lasciare la Roma anche lui all’inizio del 2014.
DUE OPZIONI
Qui accanto alcuni nomi che Sabatini sta proponendo a Garcia. Ne arriveranno almeno due. Se sarà scelto un interprete con caratteristiche offensive (come Ramirez del Southampton), Florenzi (pure lui diffidato) potrebbe tornare nel suo ruolo naturale di intermedio. Ma nella lista del ds figurano anche i possibili ricambi per i tre titolari. Gente di sostanza e qualità. Con il dna giusto per migliorare la Roma che corre per il titolo. La prossima settimana torna nella capitale Pallotta per dare l’okay alle nuove operazioni. Il presidente della Roma, a insideroma, ha elogiato Garcia. «Lo immagino da noi per altri dieci anni: sarà il nostro Ferguson».
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