Spalletti ha chiuso il 2016 e aperto al rinnovo con una frase: «Se firmo, lo faccio a due mesi dalla fine del campionato». Il rinnovo, senza fretta, si farà, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Roma, grandi numeri
Solo i campioni d’Italia, Real e Barça hanno conquistato più punti dei giallorossi nel 2016. Spalletti apre al rinnovo: «Se firmo, lo faccio soltanto a due mesi dalla fine del campionato»
Alla società sta bene aspettare altri 2 mesi, da sfruttare per la programmazione, così come all'allenatore piace attendere ancora qualche settimana, per capire meglio quanto accade a Trigoria. Spalletti chiede la completa autonomia nella sfera tecnica e il totale controllo sul mercato che ovviamente andrà condiviso con la proprietà e la dirigenza sempre nel pieno rispetto del bilancio, tutte cose che già ha. Il matrimonio non è in discussione. E i risultati gli danno forza. Quelli personali e della Roma che, come ha ricordato il tecnico, ha finito l'anno con 86 punti, dietro solo alla Juve che ne ha conquistati 100, al Real che ne ha presi 91 e al Barça che si è fermato a 87. Le big di Spagna hanno giocato 38 partite, come la regina d'Italia. Sono invece 39 le gare dei giallorossi, ma al momento di tirare le somme la posizione è sempre la stessa, anche senza i 3 punti della partita contro il Chievo, e quindi di prestigio, nonostante il dolorosissimo flop nel playoff di Champions che rimane il buco nero della stagione.
Si riprenderà l'8 gennaio a Marassi contro il Genoa, pronti a continuare ad inseguire la Juve che oggi ha 4 punti di vantaggio e che però a febbraio dovrà recuperare la gara contro il Crotone (in trasferta). Il raccolto del 2016 certifica la continuità dei giallorossi, soprattutto nelle 37 partite della gestione di Lucio: 19 del campionato passato (14 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta) e le 18 di questo (12 successi, 2 pari e 4 ko) in cui va leggermente più piano. Il tecnico, non la Roma. Che, dopo 18 giornate del girone d'andata, ha 5 punti in più ed è comunque al 2° posto (nel torneo scorso solo al 5°, a 6 punti dalla capolista).
Mancano i punti in trasferta: oltre al derby, solo le vittorie esterne contro il Napoli e il Sassuolo. Ma l'Olimpico ha fatto la differenza (13 successi di fila, compresi gli ultimi 3 di maggio): en plein, come la Juve, e 10 vittorie su 10 (contando anche quella contro la Lazio), con 30 su 38 punti fatti in casa. Insomma c'è solo da preparare meglio i viaggi. E da non sbandare più contro le piccole.
«Se riusciamo a essere uniti e coinvolti in quello che ricerchiamo possiamo far diventare Natale tutti i giorni Natale. - dice Spalletti all'emittente radiofonica del club - E se il supporto di quello spicchio di stadio diventa regolare e si allarga le partite come quella di giovedì diventano la normalità». Il riferimento va a chi fa gruppo. Nello spogliatoio, in campo e nella Sud (laterale). Ma Spalletti cita la resurrezione del Faraone per spiegare che cosa si aspetta dai suoi interpreti: «L'esempio è El Shaarawy: contro il Chievo l'ho visto entrare su certi palloni che altre volte non avrebbe tenuto». Pure Dzeko, 13 reti in campionato e 5 in Europa League (nella scorsa stagione 10 totali), non si deve accontentare, anche perché quando segna lui la Roma vince sempre: «Con più determinazione, avrebbe fatto tre gol anche al Chievo». Ma i protagonisti sono altri e non annunciati: Fazio, sbarcato da quarto centrale e oggi punto fermo, ed Emerson, esterno di scorta e adesso fluidificante mancino a tempo pieno. Entrambi ufficialmente della Roma.
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