Niente calcoli. Non è più tempo di tabelle. E di chiacchiere. La Roma, domani sera, dovrà vincere la prima delle sue tre gare consecutive all’Olimpico. L’Udinese di Stramaccioni, almeno apparentemente, non ha niente da chiedere. Ma, tornando indietro di 8 giorni, anche il Milan si presentò in campo, sabato scorso, nella stessa situazione. Eppure si sa come è andata a finire: quinto ko dei giallorssi in campionato e nella fase cruciale della volata Champions. A San Siro la prestazione «inquietante», per dirla alla Sabatini, è dipesa esclusivamente dagli errori di Garcia e dei giocatori. Il tecnico ha preparato male la gara, sbagliando le scelte iniziali e in corsa; i calciatori hanno partecipato al flop, facendo prevalere la distrazione e la sufficienza all’attenzione e alla voglia. Il successo, a 3 giornate dal traguardo, è l’unico risultato da prendere in considerazione per difendere il secondo posto e lasciarsi la Lazio dietro (è sempre sotto di 1 punto). «I bilanci si faranno alla fine» ha detto Rudi. Perché il futuro è adesso. Alla rifondazione si penserà dal 1° giugno. Senza più alibi per nessuno. Confermando solo i migliori.
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Roma, gambe e testa. Le dure scelte di Rudi
«I bilanci si faranno alla fine» ha detto Garcia. Perché il futuro è adesso. Alla rifondazione si penserà dal 1° giugno. Senza più alibi per nessuno. Confermando solo i migliori
ISTRUZIONI PER I 3 PUNTI Garcia deve giocare d’anticipo e cercare il riscatto prima dei suoi giocatori. Non può perseverare, sbagliando nuovamente la formazione di partenza, dividendo il gruppo in figli e figliastri. Sono 2 le indicazioni fondamentali per preservarsi da altre figuracce: 1) dentro chi sta meglio fisicamente: a Milano, gran parte dei giocatori, dopo un quarto d’ora era con la lingua di fuori e non può essere stato solo per una questione psicologica; 2) non è il momento di improvvisare, cercando soluzioni tattiche particolari: in campo i più affidabili e senza confonderli con compiti diversi dal solito, anche perché per tornare a giocare bene a questo punto si può pure aspettare la prossima stagione.
RECUPERI ESSENZIALI Keita e Pjanic, come previsto, sono tornati a lavorare ieri pomeriggio con il gruppo. L’intenzione di Garcia è convocare entrambi, ma molto dipenderà dall’ultimo allenamento. Pjanic, però, continua a soffrire per la caviglia. Keita, invece, sta un po’ meglio del compagno e si gioca il posto con De Rossi. Sembra improbabile che i due registi possano partire insieme dall’inizio: sono diffidati e almeno uno non va rischiato. Se uno dei due sarà escluso, ecco che Pjanic avrà di nuovo spazio da titolare, anche perché Florenzi è squalificato e gli altri centrocampisti disponibili sono Uçan e Paredes che ultimamente sono stati ignorati dal francese. Non si sa mai, però.
ALMENO 4 NOVITÀ In difesa tornano Holebas a sinistra, con Torosidis spostato a destra, e Yanga Mbiwa al posto di Astori. Davanti, assente Gervinho, saranno titolari Totti, dopo 3 panchine consecutive, e Iturbe: il capitano cerca il trecentesisimo in giallorosso (è a 299, per l’Uefa sono però 298) e l’argentino il secondo in campionato (il primo è ormai lontanissimo: 5 ottobre). Pure Ljajic spera di riavere il posto. In attacco sono in ballo anche Ibarbo e Doumbia. In caso di 4-2-3-1 (sistema di gioco utilizzato a metà ripresa contro il Milan), con Keita e Pjanic fuori, solo uno degli attaccanti resterebbe a guardare. Magari Doumbia, titolare per 3 partite di fila.
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