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Il Messaggero

Roma, credici. Squadra trasformata in meno di quattro mesi

Getty Images

In poco tempo Mourinho ha cancellato i due anni tristi di Paulo Fonseca

Redazione

Lo scorso 4 maggio quando con un doppio tweet la Roma ha annunciato l’addio a Paulo Fonseca e l’arrivo di José Mourinho, il cuore del tifo giallorosso si è impennato, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Bastava il nome: José, lo Special-one. Dall’idea e dalla semplice speranza, quasi quattro mesi dopo, siamo ai primi fatti: in poco tempo Mourinho ha cancellato i due anni tristi di Paulo Fonseca. Sfortunato, Paulo. Fortunato l’altro portoghese, e anche questo è un merito, per forza. A Mourinho, che oggi a Salerno gioca la sua prima gara di campionato in trasferta, sono bastate tre vittorie – con Trabzonspor e Fiorentina – per tenere sempre impennati quei cuori. Mou non ne parla, anzi estrae l’arma della dialettica spostando l’attenzione e, quando gli chiedono se la partenza di Cristiano Ronaldo sposterà gli equilibri in chiave scudetto, lui fa il diplomatico: “Chiedete a Simone Inzaghi, non a me...”. La Roma non è da scudetto, questo lo sa e lo ha spesso ribadito, perché “manca qualcosa”, e il mercato non è finito. Ma José sa pure che la sua squadra si può infilare in quel discorso e la gente ci crede e questo sogna, grazie a lui. Ci crede e sogna perché guarda le partite e si accorge che l’atmosfera è cambiata ed è bastato poco, l’impronta dello Special è evidente, tutto è trascinato, per ora, dal suo carisma. Ha cambiato, o sta cambiando, la storia di certi calciatori, vedi Ibanez, che da farfallone brasiliano ora difende come un tedesco e la difesa appare meno bucata dell’ultimo anno. La sua Roma non è divertente, ma pratica, non cerca il bello, l’estetica, ma la gente comunque si diverte: si nota un gruppo soldo, che ha sposato i sentimenti del suo allenatore, cosa che in questi due anni non è successa.