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Il Messaggero

Roma ad alta fedeltà

Getty Images

Tra le big è l'unica ad aver schierato dal 1' solo 12 uomini

Redazione

La Roma non vuole fermarsi, sogna di restare in testa. A Verona serve vincere e non può essere il ko di Viña, rimasto a Trigoria per una leggera distorsione al ginocchio, a stravolgere i piani e i sogni dei giallorossi, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E non può diventarlo nemmeno la probabile partenza dalla panchina di Mkhitaryan (problemi muscolari: provino in mattinata). Due contrattempi che possono accadere, in quella che rimane una "lunga maratona". José Mourinho ha deciso di affrontarla, almeno per ora, con una short-list di fedelissimi. In campionato, infatti, tra le big la Roma è sinora la squadra che ha utilizzato dal via meno uomini: appena 12. Con l'unica novità di Salerno (Perez), arrivata soltanto perché Zaniolo con la Fiorentina è stato espulso. Oggi Calafiori sarà il tredicesimo con El Shaarawy pronto ad accodarsi in extremis. Aspettando conferme, Lazio e Milan sono già arrivate a quota 14, il Napoli a 15, L'Inter a 16, l'Atalanta a 17, la Juventus addirittura a 19. Numeri che portano ad una sola considerazione: Mou ha scelto gli uomini sui quali puntare da qui sino a gennaio, quando riaprirà il mercato. Poi è chiaro: il Faraone, Shomurodov, Smalling e Perez - a seconda dello stato di forma - si alterneranno con i rispettivi compagni di reparto ma la demarcazione tra Roma A e Roma B è netta.

Il Verona è ultimo in classifica e l'occasione è ghiotta: "È vero ma sarà una partita difficile per la loro qualità. Sono bravi in uscita e a far arrivare la palla in zona pericolosa, è una squadra che mi piace. Si salverà, non ho dubbi. Il problema è che non abbiamo riferimenti. È arrivato Tudor che magari si rifarà al gioco di Juric oppure cambierà, non lo so" dice Mourinho. "Ibanez? Non è un terzino è ovvio. Può farlo in emergenza. La difesa a tre? Capiterà in futuro". Così oggi, non essendo contemplato il reintegro di Santon e con Reynolds che ha perso posizioni, in panchina siederà il giovanissimo Tripi: "È un ragazzino intelligente, ha poca esperienza ma ha un cuore super romanista". Fino a gennaio, per continuare a sognare, servirà anche quello.