Miracoli della manovrina. Passerà, forse, alla storia come sblocca-stadi. Ma di sicuro è già stata ribattezzata salva Tor di Valle. Il primo prodigio, se tale sarà, è quello di riunire sotto gli stessi auspici front altrimenti sempre contrapposti: dal Pd alla Raggi. La norma sugli stadi può valere infatti come uno spottone elettorale confezionato a favore dei democratici dal ministro Lotti che significa Renzi, e si sa quanto stadi e pallone siano temi di grande sensibilità popolare, e costituisce allo stesso tempo nei fatti un enorme sollievo per la giunta Raggi. Visto che renderà più facile l’iter del progetto Tor di Valle in quanto per variare il piano regolatore basterà la conferenza dei servizi, come riporta Ajello su Il Messaggero.
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Quel regalo dello stadio acchiappa-voti. Pd-M5S folgorati sulla via di Tor di Valle
Lotti: "La norma sugli impianti? E' una polemica assurda"
Il ministro dello Sport, Luca Lotti, cerca di smontare il caso e lo fa così: "La norma stadi? E’ una polemica assurda. Questa importante norma riguarda tutti gli impianti sportivi, dagli stadi di calcio ai palazzetti dello sport. Non vedo assolutamente alcun accostamento allo stadio della Roma". Sarà. Ma ciò che non si può non vedere è il doppio paradosso contenuto in questa storia. Il paradosso dei 5 stelle che avranno difficoltà a bocciare nelle commissioni parlamentari Finanze e Bilancio questa norma favorevole alla Raggi.
La novità tanto nuova comunque non appare. Già nel 2012, si tentò di inserire nella legge sugli stadi il criterio allora osteggiato con successo da parlamentari come Morassut, Ranucci, Della Seta e ora riproposto. Ossia quello di usare gli stadi come grimaldello per nuove ed eccessive cubature gravanti sulle città. Poi la legge del governo Letta, quella tuttora in vigore, ha tenuto fuori l’edilizia residenziale dalla procedura semplificata per costruire gli impianti sportivi. In modo da non alterare in maniera totale la concorrenza di mercato.
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