rassegna stampa

Paredes, il rilancio in regia

L'Europa è l'occasione giusta per l'argentino, che dovrà convincere Spalletti a dargli una maglia con maggiore continuità

Redazione

Nei primi giorni di ritiro a Pinzolo, Luciano Spalletti disse che Paredes aveva bisogno di velocizzare il pensiero e migliorare la scelta della giocata. Tradotto: evitare passaggi banali ma capire subito quale fosse quello migliore da fare e a chi; qualche settimana dopo, il mister arrivò a dire che era più forte di Pjanic. Questo il virgolettato di Lucio all'epoca: «Noi abbiamo Strootman al posto di Pjanic, e Strootman è più forte di Pjanic; abbiamo Paredes al posto di Pjanic e Paredes è più forte di Pjanic. Noi siamo a posto». Tra le due tesi, una è necessariamente esagerata. Necessariamente perché in quel momento Leo aveva bisogno di essere caricato: la società aveva deciso di non cederlo anche perché le offerte arrivate non erano considerate degne.

Nella Roma Paredes è l'unico regista. Per poterlo fare al meglio però deve giocare di più e velocizzare il suo pensiero e la visione di gioco. Col Porto ha giocato male, con l'Udinese ha fatto vedere sicuramente qualcosa in più. La Roma, il più delle volte, gioca senza un calciatore in regia, vedi Cagliari o Sampdoria. Contro il San Lorenzo, poi, ha fornito una prestazione sotto ritmo, sempre molto ad andamento lento, ma con una giocata che ha fatto capire quanto questo ragazzo effettivamente sia dotato da un punto di vista tecnico: la palla verticale che manda in porta Iturbe non la sanno dare tanti. Lui sì.

Spalletti vuole velocità, non possesso palla fine a se stesso. Ora tocca ancora a Leo, sul palcoscenico europeo nella prima in Europa League della Roma in trasferta contro il Viktoria Plzen. Sulle spalle ha 147 minuti giocati, cento in campionato e quarantasette distribuiti nelle due gare del preliminare dello scorso agosto. Adesso proverà a imporsi in una piazza importante, l'Europa è l'occasione giusta per convincere Spalletti a dargli una maglia con maggiore continuità. Velocità di pensiero e concretezza, il carattere, dicono, non gli manca. Stiamo a vedere.

Alessandro Angeloni