rassegna stampa

Pallotta assolve Spalletti

Il presidente si schiera con Lucio: "Ha fatto bene a non far entrare Totti. Se andrà via sarà solo per colpa della stampa"

Redazione

Da Boston Jim Pallotta trova un punto in comune con Totti, uno, uno solo. "Aspettate la fine della stagione perché avrò molto da dire, vi racconterò tutta la storia".  Ci metteremo seduti e ascolteremo, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Chissà se parleranno insieme, o da sedi separate. Oppure se rivedremo uno scontro dialettico mediato da un conduttore neutrale, come ai vecchi tempi, quando andavano in scena in tv gli scontri tra leader politici. Siamo al c'eravamo tanto amati (forse). Succede nelle migliori famiglie, però fa strano. Pallotta sceglie il suo allenatore, che poco prima aveva espresso il suo pentimento per aver accettato la Roma e che fino a poco tempo fa legava il suo futuro in giallorosso alle vittorie. Un patron, in teoria, non dovrebbe essere fiero di queste parole, eppure "non potrei biasimarlo se dovesse lasciare la Roma, perché i media scrivono sciocchezze ogni settimana".

Ma non è che, caro patron, si confonde? Perché oggi diventa sciocchezza anche esprimere un sentimento su un calciatore che a qualcuno, per 25 anni, ha trasmesso emozioni in giallorosso. Oggi se uno parla di Totti è contro la Roma. Se ce lo avessero detto dieci anni fa, nessuno ci avrebbe creduto. Eppure siamo arrivati a questo punto. I media, è sempre colpa dei media. E' sempre colpa del diavolo. Ogni tanto bisognerebbe, tutti, analizzare se stessi. Quindi, chi ha sbagliato in questa vicenda: la Roma (quindi i dirigenti, compreso il patron), Spalletti, Totti stesso. Non c'è mai un solo diavolo.

Ma ormai è più facile abbattere Totti, individuato come il primo nemico della Roma. In tanti credono a questa storia: Totti è il nemico, chi sta con lui non vuole bene alla Roma. Santo cielo. Pallotta in tutto questo entra nella questione tecnica e parla di "cambio giusto". Certo, ci ha convinto. Giusto. Bruno Peres è stato decisivo per portare a casa il risultato, sì da 1-3 a 1-3. "È stato molto bello vedere tutti i tifosi applaudire Totti e la sua mostruosa classe, ma la squadra viene sempre prima di tutto. L'allenatore ha fatto il cambio giusto, perché stiamo combattendo per l'accesso alla Champions. E comunque se lo avesse messo gli ultimi cinque o sei minuti qualcuno avrebbe detto che non sarebbe stato rispettoso", ancora le confidenze di Jim al cronista notturno (e di turno). Nessuno lo avrebbe detto perché quello era un contesto diverso da altri.

Proviamo, provate a resettare. A rispettare tutti la Roma, perché la Roma è Totti, è Spalletti, è Pallotta, è quella gente che ha bisogno di errori, etc etc. E sono quelle persone che si innamorano dei colori e tra loro sono innamorati. Che vinca o che perda.