«E voi che mi prendevate per il c... sui comportamenti», la frase accompagna un video: Salah che rincorre un avversario per 50 metri e poi si ripropone in fase offensiva. Eravamo a febbraio, una delle prime conferenze dello Spalletti bis. I primi applausi: ma che bella conferenza stampa, ma che parole. E poi quando disse «creiamo uno stile Roma», per poi ammettere che «questo è l'ambiente ideale per lavorare»? Consensi su consensi. Spalletti number one. Sereno, rilassato, propositivo. A casa sua. In questo anno di Roma Lucio ha mostrato varie facce. Quella ingrugnata di chi si sente circondato da nemici magari riscuote meno consensi. Pian piano, Lucio ha visto i nemici e nelle conferenze stampa si è passati dai video romantici alle liti con il mondo. Avere un nemico fa bene al calcio. I consensi popolari sono scontanti, quasi come un gol a porta vuota.
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Momo, i nemici e le galline: un anno di Lucio e ombre
Dalla prima conferenza ad oggi l'atteggiamento di Spalletti in conferenza è cambiato. L'ultima polemica a Genova ha scatenato di nuovo l'Ordine dei giornalisti
«Ce ne sono tre o quattro che fanno il loro lavoro giocando contro, perché gli fa piacere tritare la Roma», ha tuonato Lucio. Per certe parole, scrive Alessandro Angeloni a Il Messaggero, è intervenuto l'Ordine dei giornalisti che, parlando di «comportamento fuori luogo», ha chiesto all'Assocalciatori di vigilare. Spalletti è questo, di tutto un po': prendere o lasciare, è quello che quando parla di pallone ti sa incantare. E' quello che quando si butta a terra dopo un'ultima occasione vittoria fallita (Cagliari) ti strappa un sorriso pirandelliano, è quello delle «Galline di' Cioni» e delle «menti malate» (Torino, riferito ai sui giocatori). Un anno diSpalletti, un anno di tanti punti, di belle vittorie, di un paio di sconfitte dannose e un bel calcio con varie intuizioni tattiche. Un anno di scommesse vinte (Emerson, Szczesny, ad esempio).
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