rassegna stampa

“Minacce ultrà, giocatori impauriti e omertosi”

Va avanti l'indagine su Roma-Fiorentina: tifosi violenti ma Totti e De Rossi "poco attendibili" nelle deposizioni

Redazione

"Ti veniamo a prendere sotto casa", è il coro dei ultrà imputatati per violenza privata nei confronti di Daniele De Rossi. "Vi prego, sotto casa no", è la risposta del centrocampista captata dai poliziotti in servizio all’Olimpico il 19 marzo 2015, mentre in campo, nel bel mezzo degli ottavi di finale di Europa League tra Roma e Fiorentina, come riporta Michela Allegri su Il Messaggero. La versione poi fornita da De Rossi alla Digos è diversa: "Mi sono reso conto di avere la maglia piena di sputi, ma sotto la curva non mi sono accorto di nulla. Non mi sono impensierito". Gli investigatori parlano di "condizionamento psicologico dei calciatori, in esito a ripetuti tentativi di intimidazione". Emerge lo spaccato di una squadra quasi sotto scacco del tifo violento, con i giallorossi che vanno negli spogliatoi solo quando il leader degli ultrà dà loro il permesso.

Per la Digos, i calciatori ascoltati a verbale sono stati "spinti solo dalla volontà di sminuire l’accaduto, giungendo persino, come nel caso di De Rossi, a negare l’evidenza". Per il momento, i quattro tifosi identificati sono di fronte al gup che li giudicherà con rito abbreviato. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli ultrà, difesi dall’avvocato Lorenzo Contucci. La partita, ora, si giocherà in aula. Nel capo d’imputazione, si legge che i tifosi avrebbero costretto Totti, De Rossi, l’ex portiere romanista De Sanctis e Juan Manuel Iturbe "ad avvicinarsi alla Curva Sud e subire sputi, lancio di oggetti, insulti". Li avrebbero obbligati gridando: "Non uscirete dallo stadio prima di mezzanotte, anzi uscirete quando lo diremo noi... state attenti in discoteca". Di fronte alla Digos, i calciatori avevano poi minimizzato con dichiarazioni definite «attendibili» dal gip, ma considerate dagli inquirenti «palesemente omertose». L’unico a ricostruire puntualmente i fatti, era stato De Sanctis. "Mi hanno gridato più volte “napoletano di m...” e “mercenario”... io mi sono sentito ovviamente intimorito", aveva detto a verbale.