Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

rassegna stampa

Lucio al ballo di Simone

Il tecnico della Roma: "Se riusciremo a vincere sempre, vedremo a che punto saremo"

Redazione

"Il secondo posto apre le porte del Paradiso". A pronunciare queste parole è Luciano Spalletti che, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero, al momento del suo sbarco a Roma per sostituire Garcia, esordì dicendo: "Non sono tornato per arrivare secondo". Lo stesso che da gennaio si è autoimposto un aut aut ("Resto solo se vinco") che nessuno, da società ai media passando per la tifoseria, gli aveva chiesto. A sentire Lucio quelle parole servivano per spronare la squadra a dare il meglio. Da molti, anche a Trigoria, è stato invece interpretato come un modo per prendere tempo, in attesa di un’offerta più allettante.

Il tentativo di risalire la corrente, iniziato da una decina di giorni ("Il secondo posto sarebbe un risultato eccezionale") continua. E fa scivolare tutto in secondo piano: "Niente ci può e ci deve distogliere dall’obiettivo. Sarebbe tanta roba ottenuto dietro la Juventus che per certi versi è imprendibile".

Sembra di riascoltare Rudi Garcia il 30 maggio di due anni fa ("Siamo i primi dei secondi e più di così non possiamo fare, i bianconeri sono irragiungibili"). Invece a parlare è Spalletti che poi, sollecitato, prova timidamente ad alzare l’asticella: "Se riusciremo a vincere sempre, vedremo a che punto saremo". Intanto sono bastati 4 gol al derelitto Pescara, per ritrovare la vis polemica, pre e post conferenza: "Lo scorso anno di punti ne ho fatti 46 nonostante quella non fosse lamia squadra, come quella del 2010 non era quella di Ranieri. Mi verrebbe facile difendermi per quella stagione, dove viene scritto (sono passati 7 anni, ndc) che se lui fosse arrivato prima avrebbe vinto lo scudetto. E allora dico che fossi partito anche io l’anno passato dal via, avrei vinto". Il tecnico non gradisce l'orario del derby imposto dalla Lega Calcio e su Totti dice: "Non so se sarà l’ultimo derby. Spero di no, se quello che vuole è continuare a giocare. Però poi considerando chi è Francesco, anche se andasse a lavorare in un’altra realtà, sarà sempre emotivamente coinvolto".