Sì, Luciano Spalletti è un ingordo. Ne voleva di più, perché sa perfettamente che le partite come quella di Napoli, le comprometti in un attimo. Basta una disattenzione, una spizzata e prendi gol. Come riportato nell'edizione odierna de "Il Messaggero", quei gol che incassi non turbano se i tuoi attaccanti fanno il loro dovere fino in fondo. Quelli della Roma lo fanno, anche di più, ma per Lucio non è sufficiente e se la prende con lo Dzeko di turno. Dzeko, il capocannoiere della Roma e ovviamente del campionato. Con la cattiveria che Spalletti auspica, l'attacco della Roma ora sarebbe a trenta gol. Uno sproposito. Diciassete reti su diciannove sono stati realizzati da parco punte. Quasi il novanta per cento, l'89,47 per la precisione. Uno lo ha segnato Strootman e una è da considerare autorete di Icardi (colpo di testa di Manolas).
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L’attacco è Dzeko? No, ci vede benissimo
La cooperativa del gol si sposta davanti: 17 delle 19 reti segnate arrivano dalle punte. All'appello manca solo Iturbe
La bellezza diventa anomalia se si pensa che le squadre di Spalletti hanno sempre portato al gol un po' tutti, mentre stavolta la concentrazione della mira è spostata (per ora) esclusivamente in avanti. Sette reti Dzeko, quattro Salah, tre Perotti, due Totti e uno El Shaarawy. Fermo a zero, Iturbe. La Roma è anche la squadra che produce più palle gol con 128 i tiri verso la porta, anche qui prima in classifica, con 59 finiti nello specchio e 69 out. La Roma spicca in A con 41 assist gol, 12 di questi sono andati a buon fine. Pochi, ed è qui che Spalletti chiede di più, anche perché la difesa, a Napoli a parte, ha sempre dato segnali di cedimento, questo anche perché non è mai stata schierata al completo (assenti da tempo Ruediger e Mario Rui, più Vermaelen che ha giocato solo due partite di campionato).
(A. Angeloni)
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