rassegna stampa

La quinta era della Roma

Al via il raduno dei giallorossi, orfani di Totti dopo 25 anni e profondamente rivoluzionati tra campo e ruoli dirigenziali

Redazione

Senza più il capitano di una vita, con un allenatore, un direttore sportivo, un responsabile medico e un team manager nuovi, la Roma ieri si è radunata per affrontare la nuova stagione. Una ripartenza. L’ennesima, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Oltre ai nazionali, i titolari o qualche volto nuovo che potesse accendere la fantasia dei tifosi, a Trigora è mancato l’entusiasmo.

Ieri solo 20 tifosi equamente divisi tra i cancelli di Trigoria e Villa Stuart. Ad oggi la Roma è una squadra che presenta da un lato eccellenze ma dall’altro pericolosi stravolgimenti. Il centrocampo è migliorato, con gli innesti di Gonalons e Pellegrini. A riportare però tutti con i piedi a terra ci sono gli altri reparti. La difesa in primis. La Roma, a differenza da quanto aveva previsto e promesso Pallotta, ha rivoluzionato il reparto. Portiere (Alisson, che c’era lo scorso anno ma deve ancora debuttare in serie A), terzino destro (Karsdorp, che da «una semplice pulizia del ginocchio» ora salterà tutto o quasi il pre-campionato), almeno un centrale (Moreno, che inizialmente era stato presentato off records come "il sostituto numerico di Vermaelen" e invece ora da Trigoria viene dipinto come "uno dei due titolari") e aspettando il rientro di Emerson a fine ottobre, un altro terzino a sinistra. Conti alla mano, quattro su cinque. Ma vista la situazione di Manolas – in bilico tra un difficile rinnovo e la cessione – non bisognerebbe stupirsi dell’en-plein. Poi c’è l’attacco. Sostituire Salah non sarà facile. A meno che non vengano investiti 30-40 milioni, appare difficile.

Inevitabile però aprire un capitolo sulle curiosità. E Monchi, in questo caso, fa la parte del leone. Perché il dirigente, forte del suo passato, è il catalizzatore. "Mi fido di Monchi" è il nuovo mantra in città, radio o social non fa differenza. E al quale si aggrappa anche Di Francesco, tecnico bravo e preparato, che va però supportato in un torneo che, nonostante il salvagente della Champions sino al quarto posto, si profila più difficile rispetto all’ultimo.