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rassegna stampa

La faccia di Monchi: “E’ solo colpa mia”

Il ds: "Sono convinto che quelli che abbiamo preso e restano alla Roma giustificheranno il loro acquisto"

Redazione

"Colpa mia: ci sono cose che ho fatto, ma sono convinto di poterle fare meglio. Ora sono convinto di conoscere meglio la società e sono un miglior professionista di quando sono arrivato. Non cerco alibi: il lavoro di un ds non è solo sul presente, ma soprattutto sul futuro" spiega Monchi il giorno dopo la conclusione del mercato d'inverno.

Un mercato di riparazione deficitario, per Monchi è "normale", scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. . Quello della scorsa estate, invece, secondo il club ha sbattuto contro la sfiga: Karsdorp era infortunato al ginocchio destro, poi si è rotto quello sinistro, Schick non lo abbiamo mai visto per via degli infortuni. E Defrel? Il ds ha ritenuto conveniente il sistema di pagamento e l’ingaggio non eccessivo. Ma poi è stato spesso in infermeria pure lui. Detto questo, la Roma di quest’anno si è indebolita e questo è un fatto, non sono bastati Pellegrini e Under.

Mea culpa dello spagnolo pure su Moreno. Fallimento, e Ramon non fatica a riconoscerlo. "Possiamo parlare uno per uno dei giocatori che abbiamo acquistato, ma credo ci sia tante cose che influiscono nel rendimento. Posso portare esempi di giocatori che per sei mesi non hanno fatto nulla e poi sono diventati importanti. Sono convinto che quelli che abbiamo preso e restano alla Roma giustificheranno il loro acquisto. Fare un giudizio ora non credo sarebbe giusto, tutti dobbiamo migliorare, anche loro, ma c’è un tempo di cui tutti hanno bisogno".

Nella giornata degli acquisti (per ora) andati male, c’è spazio per rinfacciare al ds la famosa frase sbandierata il giorno dell’insediamento: "Qui non c’è il cartello ‘si vende ma si vince’". La storia ha mostrato il contrario. "Un ds ogni tanto deve dire qualcosa per proteggere la società. Ora però devo guardare avanti e lavorare per costruire una Roma più vicina a quella che i tifosi vogliono. Oggi sportivamente siamo distanti, è il momento di stare zitti e lavorare di più. Sono convinto al 100% che tutti nella squadra siano coscienti del fatto che c’è qualcosa da migliorare a livello individuale. È il momento di mettere sul tavolo quello che abbiamo dentro". Tutti. Compresi i calciatori.