Venghino signori, venghino. Il carro è qui, e ci sono ancora tanti posti a disposizione. Prego, salite, salite pure... Non temete oggi un pessima figura perché, in realtà, l'avete già fatta ieri. Esattamente quando lo indicavate con termini quale pippone, sallucchione o morbidone e lo volevate cacciare dalla Roma. Una storia vista e rivista, così Dzeko, da attaccante di terza categoria è diventato un fenomeno. La verità va ricercata nel mezzo, un fuoriclasse Edin non lo è mai stato, ma neanche uno sprovveduto. Anche quando sbagliava i gol a porta vuota. Per lui si sono sempre usati due pesi e due misure, quando sbagliava non era mai per bravura del portiere, ma solo per colpa sua.
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Il canto di felicità del cigno di Sarajevo
Da scarso a fenomeno il passo è stato breve. Quel che è certo è che Dzeko adesso è il vero trascinatore della Roma
Un attaccante si deve giudicare dai gol, ecco la regola. Se Dzeko segna sette reti in 8 partite merita applausi e strette di mano. Ma ci sono anche le prestazioni che danno la misura della bravura (o meno) di un centravanti. Contro Miranda-Murillo (Inter) e Koulibaly-Maksimovic (Napoli), scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero, Edin ha confezionato tre reti, ha segnato per la prima (e seconda...) volta lontano dall'Olimpico e, non a caso, la Roma ha centrato il suo primo successo in trasferta. Con il capitano della Bosnia per due volte di fila eletto miglior giocatore della partita. E se la Roma ha (ancora...) il miglior attacco del campionato, un pizzico di merito deve essere riconosciuto comunque al Sellerone de Noantri. Venghino signori, venghino. Il cigno di Sarajevo ora canta di felicità.
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