rassegna stampa

Giro di vite sulle regole

Basta figli e figliastri. L’allenatore non dovrà (potrà) più difendere i giocatori, o alcuni di loro, davanti a comportamenti non in linea con il regolamento interno

Redazione

Si ricomincia da Zeman. Cosa? Meno male, sosterrebbe qualcuno; per carità, il pensiero di altri. No, Zeman allenerà altrove, al Lugano. Tranquilli. Si riparte da quando, prima della sua penultima partita (Bologna-Roma), parlò di regole che non c’erano o che, se c’erano, nessuno le faceva rispettare. Magari ha esagerato, estremizzato un concetto, però siamo lì. La proprietà americana, con i suoi dirigenti italiani, oggi ha comunque capito che: non si può più andare avanti come lo scorso anno. Quindi si cambia, si ricomincia. Da Garcia, forse oltre Garcia.

FIGLI E FIGLIASTRI -  Basta figli e figliastri. Nessun occhio di riguardo per chi decide, come lo scorso anno, di tardare l’appuntamento con il raduno per pruriti contrattuali, vedi Gervinho. Nessun occhio di riguardo nemmeno con chi, per una competizione internazionale, parte con largo anticipo e torna con dilatato ritardo. Basta cercare una giustificazione a tutto, oltre l’inverosimile. Quei comportamenti, appunto giustificati, oggi sono diventati fattori determinanti per motivare una cessione, rivedi Gervinho. Non che l’ivoriano sia il problema dei problemi, ma sicuramente la morbidezza dell’allenatore verso di lui, ha messo a rischio (eufemismo) gli equilibri dello spogliatoio. Un giorno, forse, ci racconteranno cosa avranno mai pensato gente come Destro, Totti, Iturbe, quando hanno visto in campo, titolari, Gervinho e Doumbia, reduci da voli transoceanici e atterrati a poche ore dalla partita (Roma-Parma). Chissà che avrà pensato Paredes quando Keita, eliminato molto prima del duo ivoriano (dalla monetina), si è trovato titolare, più o meno con le stesse modalità, nella sfida con l’Empoli all’Olimpico. L’allenatore non dovrà (potrà) più difendere i giocatori, o alcuni di loro, davanti a comportamenti non in linea con il regolamento interno. Che sarà chiarissimo e valido per tutti. Trigoria non sarà un carcere militare, ci mancherebbe, ma tutto dovrà funzionare secondo i principi che dovranno essere ben saldi per tutti, a partire dal primo giorno ufficiale della nuova stagione. Chiaro che, chi sgarra, dovrà pagare onerose multe e non verrà preso in considerazione per giocare la partita successiva. Chi arriva in ritardo agli allenamenti, chi si prende qualche ora in più per il viaggio dalle Nazionali, chi viene beccato nei locali (in serate poco indicate)etc etc.

TEAM DIRECTOR -  Il tutto controllato non più con l’occhio dei calciatori, come succedeva in passato fino all’ultimo team manager, ma con quello della società. Per questo, al posto di c’era prima, l’uomo nuovo sarà Manuel «Manolo» Zubiria, un passato da direttore della divisione marketing e tv della Concacaf, da cui proviene anche il Ceo, Italo Zanzi. Un profilo più aziendale, che non di squadra, come poteva essere - almeno era il desiderio dei calciatori - Federico Balzaretti. Uno che imporrà e non chiederà ai giocatori di presenziare alle varie attività di promozione del marchio Roma o semplicemente attività Media. Un team manager operativo, non più solo colui che prenota gli alberghi o gira il fogliettino delle sostituzioni al quarto uomo. Tutto nuovo, azzerate le mediazioni del tecnico, via al decisionismo dei dirigenti. Funzionerà? Lo vedremo. Ma questo è.