«Non ci resta che vincere». Garcia, poco sorridente e molto teso, va sul concreto e chiede la vittoria alla Roma. Che non ha scelta, a 8 giornate dalla fine. La volata per il secondo posto, con il francese che per la prima volta parte dal terzo, non consente più sbandate fino al traguardo. Oggi pomeriggio all’Olimpico (ore 15), dopo la sconfitta della Lazio contro la Juve, diventa dunque fondamentale conquistare i 3 punti contro l’Atalanta di Reja, quart’ultima e non ancora al sicuro, per effettuare subito il contro-sorpasso: i giallorossi hanno la grande chance di superare la rivale in classifica e di staccarla di 2 punti, vantaggio poi da difendere nelle due trasferte consecutive, sabato a Milano contro l’Inter e mercoledì 29 aprile a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Rudi non guarda al testa a testa con i biancocelesti di Pioli e si ferma all’impegno di giornata per allungare la striscia positiva dopo le due cadute in casa, giusto un mese fa, contro la Sampdoria (campionato) e la Fiorentina (Europa League): «Il derby è molto lontano. Ma nelle ultime tre gare abbiamo raccolto sette punti su nove. Voglio che diventino dieci su dodici. Non penso ad altro. Nè ai risultati delle nostre rivali, nè alle nostre prossime partite. Ora non conta. Non c’è alternativa alla vittoria e la squadra la pensa come me. Non ho sentito nessuno parlare del terzo posto e tutti hanno lavorato con impegno e concentrazione».
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Garcia spinge la Roma: “Ci servono tre punti”
"Il derby è molto lontano. Ma nelle ultime tre gare abbiamo raccolto sette punti su nove. Voglio che diventino dieci su dodici. Non penso ad altro. Nè ai risultati delle nostre rivali, nè alle nostre prossime partite"
«PALLOTTA È UNA BENEDIZIONE»Il clima sarà pesante fuori e dentro l’Olimpico dopo la dura presa di posizione di Pallotta che ha ufficialmente dichiarato guerra agli ultrà della Roma. «Preferisco sempre giocare in uno stadio pieno e non avere la curva Sud al completo è per noi uno svantaggio» ammette Garcia che, però, fa l’equilibrista per non prendere solo le parti della tifoseria e quindi per allinearsi alla proprietà. «Ci tengo a ricordare che non è stato il presidente a squalificare la curva» spiega a bassa voce, indicando indirettamente i responsabili della chiusura della Sud. «Pallotta è una benedizione per la Roma. Ha sempre difeso il club, fatto di tutto per renderlo ambizioso e puntato ad avere uno stadio in cui i genitori possano portare i loro bambini. E quando qualcuno di noi viene attaccato, è bene avere una solidarietà forte».
RECUPERATO KEITATotti, assente nelle ultime 4 gare (in Europa League con la Fiorentina e in campionato con il Cesena, il Napoli e il Torino), torna titolare. «Si è allenato bene», chiarisce il francese. Il capitano, il 22 febbraio al Bentegodi contro il Verona, è stato l’ultimo attaccante giallorosso ad aver fatto centro in questo torneo (il reparto offensivo ha del resto realizzato 20 gol in meno di un anno fa). Davanti Ibarbo (provato con Verde e Ljajic alle spalle di Totti e con Florenzi arretrato da terzino: possibile soluzione in corsa) punta alla conferma. Dopo 3 partite, tra i convocati, si rivede Keita che, in ballottaggio con Paredes, può essere prezioso: a centrocampo, oltre al convalescente Strootman, manca De Rossi, squalificato come Manolas. «Nessun alibi, però» assicura Rudi che non replica al presidente, critico sui troppi infortuni stagionali («Colpa anche nostra»). «Non è il momento di discuterne, le analisi sugli incidenti le faremo alla fine del campionato. Anche se l’infermeria è sempre piena, io penso solo a chi può giocare». Nella lista degli indisponibili è entrato pure Pjanic che si aggiunge a Gervinho e a Maicon. Che «un giorno fa un passo avanti e quello dopo due indietro: speravo fosse già pronto, presto faremo il punto della situazione». Probabilmente definitivo.
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