rassegna stampa

Garcia: “Roma, tre punti e stop”

" Non penso sia la più importante da quando sono a Roma ma di sicuro una di quelle che ho più piacere ed entusiasmo ad affrontare. Combatteremo per i nostri tifosi"

Redazione

«La favorita? Certamente la Lazio. Molti, forse tutti, dicono che è la più forte, che noi siamo scarsi, che loro giocano il più bel calcio d'Italia e che hanno già vinto…». Chiudi gli occhi e pensi per un attimo a Carletto Mazzone. Li riapri e ti accorgi che a parlare è Rudi Garcia. Per carità, i tempi sono cambiati, le personalità e l’accento sono diversi ma la volontà rimane la medesima: ribaltare un pronostico avverso. Se il tecnico romano nel 1994 passò la vigilia di quel derby (poi vinto 3-0) a caricare Giannini e compagni mostrandogli le pagine di un quotidiano che durante la settimana pre-gara mise a confronto le due rose, allenatori compresi, dando i biancocelesti sicuri vincitori, Rudi fa lo stesso, provando a scuotere l’orgoglio dei suoi ragazzi. Nel farlo, ironizza anche sullo slittamento della gara: «Il fatto che si dica che la Lazio ha già vinto ci darà ancora più forza per dimostrare che la Roma è la squadra più forte. Vedremo martedì come andrà a finire». Un errore cercato e voluto.

TEMPO DI RIVINCITE -  Riposto il fioretto a favore della sciabola, attacca per non essere attaccato. Si sente sotto esame ma considerando quali erano gli obiettivi stagionali delle due squadre e gli investimenti operati sul mercato, è inevitabile. Garcia e la società sono i primi a sapere che nessuno ha mai etichettato la Roma «scarsa». Anzi, l’errore semmai è stato l’opposto quando in modo prematuro e sbagliato è stata definita «regina del mercato» e indicata come favorita per la vittoria del campionato. Ora, dopo aver abbandonato la corsa-scudetto a febbraio ed esser scivolato a -19 dalla Juventus, non aver superato il primo turno in Champions, esser stato eliminato immediatamente sia dall’Europa League che dalla Coppa Italia, Rudi ha questo derby per rimettere almeno «la chiesa al centro del villaggio». Dall’alto della possibilità di poter giocare su due risultati, ostenta sicurezza e tranquillità (apparente). Un accenno alla gara, senza sbottonarsi («Se sto pensando a un cambio di modulo? Tutto è possibile, ho la mia idea e spero che sarà buona. I cervelli sono a fuoco… Maicon? Se va tutto bene sarà convocato») per poi tornare ai proclami: «Giocheremo per vincere, senza calcoli. C'è la possibilità di non avere bisogno dell'ultima partita in casa con il Palermo per arrivare secondi. È una chance fantastica. Siamo già certi dei preliminari ma vogliamo arrivare secondi». Per farlo si affiderà ai tre romani in squadra che, senza nominare, invita a fare in modo che «il derby inizi lunedì (oggi), non prima. Per noi non è una finale ma vogliamo fare in modo che sia l'ultima gara che conta della stagione. Non penso sia la più importante da quando sono a Roma ma di sicuro una di quelle che ho più piacere ed entusiasmo ad affrontare. Combatteremo per i nostri tifosi». Parola al campo.