Dal «non compleanno» alla «non vittoria» il passo è breve. Dopo 11 pareggi nelle ultime 14 gare, il ko con la Sampdoria apre ufficialmente la crisi in casa Roma, a tal punto che Garcia dopo aver dichiarato una settimana fa («Mi dovrete sopportare a lungo») ieri ha lanciato un monito: «Sono sereno, ho imparato a innamorarmi della squadra e della città, ma non sarò mai un peso per il club. Faremo i conti alla fine della stagione». Parole che alimentando dubbi non dissipati dalle parole del dg Baldissoni: «Il tempo per sbagliare è finito. Ora servono le soluzioni. Il futuro di Garcia? Parlarne ora sarebbe inutile, siamo tutti in discussione perché lavoriamo insieme per lo stesso risultato. Credo che la Roma sia ancora in grado di arrivare seconda e andare più avanti in Europa. Se non dovessimo raggiungere gli obiettivi ci sarà modo di riflettere per tutti».
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Garcia: «Io non sarò mai un peso»
Baldissoni: "Il futuro di Garcia? Parlarne ora sarebbe inutile, siamo tutti in discussione perché lavoriamo insieme per lo stesso risultato"
IN CONFUSIONE - In realtà le difficoltà erano note da tempo ma il refrain di Trigoria - «Nonostante tutto siamo secondi in classifica» – era riuscito a mascherare un’involuzione chiara anche ai miopi di professione.
La posizione è sempre la stessa in campionato ma adesso lo scenario è completamente diverso. La fotografia della confusione che regna non è tanto sul primo gol subito con lo slalom di Eto’o tra i giallorossi fermi come paletti, nel raddoppio di Muriel che ha portato a spasso mezza difesa o nello sguardo incredulo e assente di Doumbia che in cuor suo si starà chiedendo dove è capitato. L’istantanea giallorossa è soprattutto Garcia a fine gara. Prima trovando la sponda ideale quando gli viene chiesto se la sua squadra ha giocato e la Samp ha segnato: «Sì, è un riassunto veritiero». Poi cercando una giustificazione che si trasforma in un boomerang: «Dovevamo rientrare in partita ma questo episodio (il riferimento è all’espulsione di Keita, ndc) in 10 ha cambiato tanto». Il maliano, però, è stato espulso sul 2-0, quando Muriel aveva già segnato da tre minuti.
NO FUORICLASSE - Che il tecnico sia in difficoltà lo si intuisce anche quando per la seconda volta in dieci giorni, affonda il colpo sulla squadra. O meglio, non le risparmia le critiche che arrivano sotto forma di domande. A Verona, aveva parlato di «gara inquietante, sembrava che non avessimo preparato nulla». Ieri, forse nemmeno rendendosene conto, nel diluvio di parole del post-gara, ha ammesso che la Roma non ha nella sua rosa calciatori che fanno fare il salto di qualità: «Sì è anche vero – replica a chi glielo fa notare - Ci si aspetta molto dai giocatori che hanno talento e noi ne abbiamo ma devono risolvere la partita quando l’opportunità si presenta». Questo è lo stato d’animo della Roma. L’impressione è che non ci sia ammutinamento ma una confusione che prende sempre più piede.
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