(Il Messaggero - U.Trani)«Ha cacciato pure te?». Daniele De Rossi, vedendo Stefano Mauri rientrare in anticipo nella pancia dell’Olimpico, è spontaneo.I due si abbracciano. Il centrocampista giallorosso è già da qualche minuto fuori dallo spogliatoio della Lazio ad aspettare il capitano biancoceleste, colpito con un pugno nel recupero del primo tempo. «Mi scuso per quel gesto, non so che cosa mi sia successo». Arriva anche Lotito che subito va in tv a elogiarlo: «Si è comportato da uomo». Mauri è d’accordo: «Accetto le scuse di De Rossi ed essere venuto personalmente a farmele gli fa onore».
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Follia De Rossi, divorzio più vicino
(Il Messaggero – U.Trani) «Ha cacciato pure te?». Daniele De Rossi, vedendo Stefano Mauri rientrare in anticipo nella pancia dell’Olimpico, è spontaneo.
Non basta però il doveroso pentimento di Daniele. Perché quei secondi di autentica follia nel derby possono spezzare in modo definitivo il suo rapporto con la Roma: non è più solo un’ipotesi, a gennaio, la separazione consensuale. Potrebbe decidere, a questo punto, proprio De Rossi, prendendo atto dell’umore della piazza, molto critica già prima della gara della Lazio per il rendimento del centrocampista. I tifosi giallorossi ieri sera erano infuriati per l’espulsione e non hanno alcuna intenzione di perdonarlo: il tam tam in città era inequivocabile. Addio e basta. Il club giallorosso non esclude niente, anche se il giocatore, la scorsa estate, ha rifiutato di trasferirsi al Manchester City. Ma ora c’è il Psg pronto a intervenire: Ancelotti, Ibrahimovic e Verratti lo chiamano, pure pubblicamente, a Parigi. Sanno, loro come i dirigenti della Roma, che il feeling con Zeman non è mai lievitato. E pensare che Quel pugno a Mauri è arrivato proprio nel giorno in cui aveva convinto il boemo a farlo giocare regista, con l’esclusione di Tachtsidis, pupillo di Zdenek.
«Assolvo De Rossi: per noi rimane un giocatore fondamentale. La troppa voglia di avere un impatto sulla partita l’ha reso nervoso», chiarisce Baldini per tamponare l’ultima cicatrice. Dal dg, lunedì scorso, l’apertura a una possibile cessione (risparmio di 60 milioni per l’ingaggio di Daniele). Ora, anche per non deprezzare ulteriormente il cartellino, avverte: «Non abbiamo nè la necessità né la volontà di venderlo. Valuteremo le eventuali offerte, ma siamo orgogliosi di averlo in squadra». Sull’episodio di ieri, invece: «È un gesto grave che ci ha messo in difficoltà. La Roma ha un codice etico che prevede un’ammenda, a seconda delle giornate di squalifica, per getsi del genere e quindi per De Rossi non farà differenza».
Probabile la squalifica per tre giornate, automatica e scontata la multa dalla società giallorossa, così come l’esclusione dalla lista dei convocati della nazionale: non ci sarà stamattina a Parma, dove l’Italia si ritrova per preparare l’amichevole di mercoledì contro la Francia. Il codice etico, imposto da Prandelli in azzurro, fa scattare l’ennesima punizione per il vicecapitano della Roma, già messo in castigo, prima di ieri, altre due volte dall’attuale cittì, nel 2011, durante le qualificazioni europee, per le gomitate a Srna e Bentivoglio. Proprio in quella stagione, dopo quei due colpi proibiti, andò in tv a promettere che «le gomitate non le darò più». Era il 28 maggio: a Parla con me, programma di Serena Dandini, garantì che avrebbe tolto dal suo repertorio certe reazioni. Era recidivo, da anni. Cominciò al mondiale del 2006, poi vinto dagli azzurri: quella volta alzò il gomito contro McBride, durante Italia-Usa, seconda partita della competizione, il 17 giugno a Kaiserslautern, prendendo quattro giornate e tornando solo per la finale di Berlino.
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