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Il Messaggero

De Rossi difende i suoi leader

De Rossi difende i suoi leader - immagine 1
Il tecnico: "Paredes, Cristante e Pellegrini vengono rispettati meno di quanto meritano"
Redazione

Il tempo delle chiacchiere e delle polemiche non è ancora finito, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Totti, Zalewski e Dybala, chi più ne ha, più ne metta. Ora ci scappa anche la difesa a spada tratta del trio Paredes-Pellegrini-Cristante, finito nel mirino della critica (soprattutto social e radiofonica, più che da stadio) perché simbolo di una Roma che in campionato non va oltre il sesto posto. Così, anche alla vigilia di una gara come quella di Genova, divenuta delicata dopo i 2 punti nelle prime 3 partite di campionato, De Rossi continua a vestire il ruolo di parafulmine cucitogli addosso dall’amico Francesco e a camminare da solo, senza che nessuno del club lo affianchi. Tacciono i Friedkin, non parlano né la Ceo Souloukou tantomeno il ds Ghisolfi, annunciato lo scorso 22 maggio e ancora, dopo la bellezza di 4 mesi, senza né volto e né voce a livello pubblico. Non si fa così attendere la (prima) risposta della Gp Soccer che nel ringraziare il Galatasaray per gli sforzi profusi e criticare parte dei media "per ricostruzioni fantasiose", rimarca in una nota all’Ansa come ritenga "assolutamente insindacabile la libertà di un calciatore di definire o meno ogni trattativa relativa alla sua attività professionale, senza condizionamenti e né, tanto meno, costrizioni (anche quella con il proprio club di appartenenza per un eventuale rinnovo)". Inciso, quello tra parentesi, che fa intendere come probabilmente non sia finita qui.