rassegna stampa

Ddr, due messaggi dalla Romagna: uno alla Lazio e l’altro al ct Conte

Con la Lazio in vantaggio all’Olimpico contro il Verona, e quindi un punto davanti ai giallorossi, non poteva che essere il capitano (di serata) a portare la Roma in vantaggio e a riportarla davanti alla squadra di Pioli

Redazione

Dopo aver perso la Nazionale, bocciato senza appello da Antonio Conte, Daniele De Rossi puntava forte sul Cesena per dimostrare al ct, e a tutti i suoi detrattori, di essere ancora un giocatore affidabile. E, in Nazionale, intoccabile dall’alto delle sue 100 presenze (e 16 reti) con la maglia azzurra. Perché proprio Cesena? Semplice, perché DDR ha un debole per la squadra bianconera, visto che le aveva segnato due gol nelle ultime due partite, una all’Orogel con Luis Enrique (dimissionario) in panchina e l’altra all’Olimpico nella sfida d’andata, quando Garcia era ancora sorridente. Una rete di testa, quella in Romagna; una di destro, sotto la Sud. E per la Roma erano state due vittorie. Fascia di capitano al braccio, De Rossi - assenti Pjanic e Keita - ha trovato al proprio fianco il turco Salih Uçan, all’esordio dal primo minuto. Una grossa sorpresa, e non soltanto per Daniele. Uçan, 4,75 milioni per il prestito (più altri 11 per l’acquisizione), titolare come Doumbia, colui che, secondo il ds Sabatini, «ha bisogno di due mesi» per entrare in forma (Trigoria, 20 marzo). Per il turco, in precedenza, pochi minuti di serie A contro il Chievo all’Olimpico, lo scorso 18 ottobre. Poi basta. Approccio positivo, il suo: un paio di spunti e pure un cartellino giallo, intorno alla mezzora di gioco.

Uçan ok, ma non era la partita di De Rossi? Già, con la Lazio in vantaggio all’Olimpico contro il Verona, e quindi un punto davanti ai giallorossi, non poteva che essere il capitano (di serata) a portare la Roma in vantaggio e a riportarla davanti alla squadra di Pioli.

CHI, SE NON LUI? -  Una deviazione volante di sinistro a centro area che non ha lasciato scampo a Leali. E subito una domanda: ma quanto tempo era che Daniele non aveva la possibilità di andare a chiudere un’azione nel cuore dell’area avversaria? Una vita, forse. Perché, ormai da anni, gli hanno assegnato compiti prettamente difensivi, di copertura davanti alla difesa, quasi da difensore puro. E all’Orogel Stadium, ieri sera, ha indossato i panni del difensore del secondo posto della Roma. Non poteva essere che lui, se ci pensate bene, a portare a termine il delicato compito. Lui, che ha una Lupa tatuata sul cuore. Un bel segnale per tutto l’ambiente Roma, dilaniato da una crisi di risultati che ha pochi precedenti nella sua Storia.

LE ORECCHIE DI ANTONIO -  Fuori l’ammonito Uçan, dentro Pellegrini, capitano della Primavera di Alberto De Rossi, esordientissimo in A. Nulla da segnalare, però, fino alla fine. Tre punti alla Roma, firmati dall’uomo-partita che, pur avendo 100 presenze azzurre con l’Italia, è stato snobbato dal ct Conte. Al quale, probabilmente, ieri sera saranno fischiate, e nemmeno poco, le orecchie. Stai a vedere, allora, che il ct stavolta ha toppato, e pure di brutto...