La Roma, pur rimanendo ancora in ballo in 3 competizioni, si accorge che improvvisamente il vento è girato, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero. In casa e in trasferta. E proprio il prestigio di essere in corsa su 3 fronti rischia di diventare il tallone d'Achille del gruppo. C'è carenza di interpreti, perché la rosa non permette gli straordinari. Incompleta, parziale e modesta nei 22 giocatori. Decente solo nei 14 che vanno sempre in campo e oggi non hanno più benzina.
rassegna stampa
Crollo annunciato
Tre sconfitte in 9 giorni in tre competizioni diverse: la Roma oltre che incompleta è stanca. Niente turn over: giocano sempre gli stessi perché i ricambi in rosa non sono all’altezza
Tre ko in 9 giorni e in 3 competizioni diverse, hanno acceso la spia. Spalletti, a gennaio, avvertì la piazza, anticipando la frenata durante questo tour de force. L'allenatore, più che pessimista, fu sincero. Meglio non illudere la tifoseria (c'è, però, chi gli contesta di essere stato esageratamente aziendalista). E adesso, pur non avendo messo in preventivo quanto successo dalla notte del derby, resta comunque convinto che la situazione sia tutt'altro che compromessa. La stanchezza dei big c'è e non la nasconde più nemmeno lui. Non la sventola, però, come si fa con la bandiera bianca al momento della resa. L'alibi renderebbe più fragile la squadra. Dentro lo spogliatoio i giocatori la pensano diversamente. Si confrontano tra loro, perplessi e angosciati.
Spalletti ha individuato i colpevoli: l'ambiente ostile alla vigilia, la squadra senza carattere a fine partita. La società, come ha spiegato l'ad Gandini, non vede però ombre su Trigoria.
Dal toscano, nella fase cruciale dell'annata, ci si aspetta più presenza in panchina. Se la Roma cala, va aiutata quando si è ancora in tempo. Con qualche cambio. E non a giochi fatti come è accaduto a Lione. Come d'incanto scompare dal radar «la Roma più forte che ho allenato». Sarebbe stato meglio togliere Dzeko sul 2 a 2 e usare subito Paredes o Perotti. Sostituzioni conservative, pensando al ritorno. Non ci pensò nemmeno nella semifinale d'andata contro la Lazio. Giovedì il centravanti è rimasto in campo per tenere palla, spiega il tecnico. Nessuno, però, è riuscito più a portargliela. O a proteggere la difesa ormai fragile (8 gol in 3 partite) che subisce il 1° poker, al 41° match stagionale. Pure tatticamente, dopo il 10° ko, bisogna intervenire. C'è da difendere il secondo posto a Palermo. Per evitare la fuga dei campioni, a prescindere da che cosa deciderà Spalletti.
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