rassegna stampa

Certe scelte hanno rotto il giocattolo e il giocattolaio

La Roma che non vinceva pareggiava; la Roma che pareggiava ora perde. E pure male. Questo è quel che non viene tollerato

Redazione

«Roma s’è rotta... A presto!»: prima di abbandonare il posto in paradiso, che è diventato un posto all’inferno (il sedile della Curva Sud), il popolo giallorosso mette nero su bianco il suo stato d’animo, svuota lo spazio più palpitante dell’Olimpico romano e lascia quell’unico messaggio rivolto ai “mercenari”; è questo l’epiteto più gentile che nella serata dell’affondamento gli ultrà ma anche i meno spinti nel tifo, riservano a giocatori e dintorni, tra un fischio prepotente e l’altro.

Non è finito il primo tempo, ma è finita la Roma che ha preso subito tre gol dalla Fiorentina ed ha così visto rotolare via anche l’ultimo possibile traguardo di stagione. E quel “presto” scritto nero su bianco viene prima di quanto si possa immaginare: perché la partita sgocciola stancamente, senza aver da dire più nulla se non la frustrazione della Roma che porta pure al secondo giallo ed espulsione di Lijajc. Ed è allora che la Sud si fa di nuovo abitata. Anzi, qualcuno cerca (anche con successo) di scavalcare il recinto dei presunti gladiatori, qualcun altro s’arrampica sulla balaustra e vuole la maglia: non ve la meritate, pensano. Tocca, incredibile ironia, a chi probabilmente con il cuore sta da quella parte, andare a un tentativo di tenere le acque entro gli argini: Francesco Totti, che non è solo “un Capitano”, ma è anche il miglior sensore dell’umore tifoso, giacché lui è il primo di loro.

La squadra sotto scorta, la contestazione che monta,Trigoria da trasformare in un fortino sono il sorprendente finale. Perché adesso la stagione sembra malinconicamente compromessa: l’addio alla Champions dopo che le cose si erano messe bene, l’aver perso un territorio sconfinato dalla Juve che era a portata di gol appena l’anno passato e pur nel brutto di quella Roma, l’eliminazione dalla Coppa Italia e ora questa uscita senza battersi dall’Europa League, questo è il piatto. Nessuno l’avrebbe detto. Ma poi... Già, è sul poi che si deve riflettere: forse la preparazione non adeguata, certamente il mercato di riparazione che anziché riparare ha ulteriormente rotto il giocattolo, forse s’è rotto perfino il giocattolaio con certe scelte scombiccherate e sempre variabili come il tempo a primavera.

Si sono rincorsi i penultimati: la prossima volta è stata sempre peggiore di quella prima. La Roma che non vinceva pareggiava; la Roma che pareggiava ora perde. E pure male. Questo è quel che non viene tollerato, pur nel raziocinio che di calcio si tratta e niente di più. Ma il calcio, quando non è tutto (e c’è per chi lo è), comunque è molto. Chissà cosa avrebbe detto il Totti da curva al Totti sul campo, ma non in campo: almeno questa gli è stata risparmiata. O è venuta pure per questo risparmio?