Dietro le big, c'è sempre la Roma, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. E da sola. Ancora al quarto posto, cioè in zona Champions, e in scia del Napoli e delle milanesi, ascoltando in campo i suoi trentaduemila tifosi cantare l'inno di Venditti, come vuole lo Special One, senza però la base musicale, perché la Lega ha già multato il club nella sfida con l'Udinese. Il settimo turno di campionato, insomma, ha subito azzerato il verdetto del derby. E la classifica è tornata quella di prima. È stata sufficiente una partita per sistemare la questione e ripartire come se non fosse accaduto niente: 2-0 contro l'Empoli dell'ex Andreazzoli. Pellegrini ha messo la sua firma anche in campo: il settimo gol (quarto in campionato) in 10 gare ha dato la spinta decisiva per saltare in alto. E l'azione è stata di quelle che tanto piacciono a Mourinho: ripartenza e verticalizzazione per sorprendere l'avversario. È successo con il Magnifico, ma anche con Zaniolo, Mkhitaryan (il gol dopo l'assist a Lorenzo) e Abraham che, senza parlare di sfiga, vorrebbe solo non trovar più sulla sua strada i legni della porta. Impossibile, certo. Ma ne ha già colpiti 6 nelle sue 10 presenze. L'ultima traversa ha almeno portato in dote il raddoppio di giornata. Mourinho, del pomeriggio all'Olimpico, ha intanto bocciato solo il terreno di gioco. Lo reputa il peggiore della serie A. Ma proprio sul campo sabbioso ha comunque raccolto l'ennesimo record (con i 3 punti a vittoria): è imbattuto in casa (in campionato) da 42 gare, 38 con l'Inter e le prime 4 da tecnico giallorosso. Superato Allegri che lo rincorre in classifica (appuntamento a Torino il 14 ottobre): la Juve partirà da meno 4.
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Il capitano ha messo la sua firma anche in campo: il settimo gol (quarto in campionato) in 10 gare ha dato la spinta decisiva per saltare in alto
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