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Bologna, Mirante: “Il giallo contro la Lazio? È il nervosismo dei tifosi, lo capisco, a volte ti fa dire di tutto”

Il portiere salterà la sfida contro la Roma in programma sabato alle 12.30 al Dall'Ara

Redazione

Antonio Mirante, il portiere del Bologna, è intervistato da Benedetto Saccà per Il Messaggero.

Mirante, lei non giocherà contro la Roma per squalifica. L'ha fatto apposta, per caso?

"È il nervosismo dei tifosi, lo capisco: a volte ti fa dire di tutto. Ero diffidato e, nella partita con la Lazio, sono stato ammonito. Non posso credere che qualcuno pensi davvero che non so quello che faccio. Nella gara con la Lazio a me interessava portare punti a casa. Era un rischio, farsi ammonire. Tanto è vero che mi sono arrabbiato. Avrei potuto beccare un altro cartellino. Se avessi voluto prendere un'ammonizione, l'avrei presa alla fine. Ma non è proprio nel mio modo di pensare".

Sarà a Trigoria l'anno prossimo?

"Ragiono a breve scadenza. So quale ruolo andrei a ricoprire in una grande squadra. A oggi non credo che sia una possibilità, anche perché ho un contratto con il Bologna fino al 2019. A fine anno mi incontrerò con la società, tireremo le somme. Se la volontà di entrambi sarà di continuare, andremo insieme. Altrimenti mi troveranno loro una squadra...".

Alisson è uno dei migliori portieri al mondo?

"Due o tre sono fortissimi. Alisson è in auge, anche de Gea del Manchester United è bravissimo".

Donnarumma è sopravvalutato?

"È un ragazzo che conosco da tempo. È nato nella mia scuola calcio. Mio padre allenava quei ragazzi e mi diceva che c'era un fenomeno. Nessuno pensava che Gigio fosse così precoce, ma bisogna dire che il Milan è stato coraggioso a buttarlo in campo. Lui ha la scintilla. E ha sia la testa sia il fisico. Non è sopravvalutato. Deve lavorare, sì, ma ha tanta qualità".

La Nazionale?

"È un capitolo che ho vissuto con piacere, ma non è un ricordo bello per me".

Perché?

"Non lo so. È una questione di scelte e le scelte non le giudico. Sono stato pre-convocato per il Mondiale del 2014 e per gli Europei del 2016. Forse meritavo di giocare una competizione importante, ma non sono andato per scelte tecniche, credo. È un rammarico grande. Per Euro 2016 avrei meritato di più. Ho partecipato allo stage, poi il ct ha preso altre decisioni. Peccato. Era per me l'ultima occasione per disputare una competizione a livello di nazionale".

È soddisfatto della carriera?

"Oggi so che sono in Serie A e ho giocato tante partite. Non potrei mai lamentarmi. Sono soddisfatto di me, pur avendo qualche rammarico. Dai tempi di Parma ho avuto una crescita continua e ne sono contento. Ho sempre lavorato con professionalità. A me piace la responsabilità, non sono uno che fa tante scene in porta. Vedermi in campo la domenica per me è già tanto".