L'altalena è il gioco preferito del Golden Boy di Trigoria. Almeno di questi tempi. Nicolò Zaniolo, da quando è tornato in campo dopo il secondo infortunio al ginocchio, vive di up and down, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Lo sa bene Mourinho (per la verità pure Mancini). Normale che sia così: i 10 mesi di stop non si cancellano in una partita. Su e giù, insomma. Un giorno i rimproveri per l'espulsione sciocca contro la Fiorentina, il 22 agosto al debutto in campionato, un altro gli applausi per il gol ritrovato dopo 400 giorni, il 26 agosto contro il Trabzonspor nel play off di Conference League. Andamento insopportabile per Nick. Che smania, avendo fretta di tornare decisivo, di essere di nuovo il romanista che fa la differenza. Le critiche dopo Verona sono state feroci e quindi esagerate. Lo hanno ferito almeno quanto la sostituzione di Mourinho che in corsa gli ha preferito Perez. La gente si è scatenata sui social, ai quali però bisogna dare il giusto peso. Nicolò sente di essere in ritardo, di non portare ancora in partita il suo potenziale. Basta vedere il rendimento nelle sue 6 presenze stagionali (5 con la Roma e 1 in azzurro). Sempre titolare con Mourinho e sempre sostituito (la partita più lunga in Turchia, dove è uscito al terzo minuto di recupero). Insufficiente nelle 3 gare di campionato (fuori a Salerno perché squalificato), promosso nelle due di Conference League (giovedì è rimasto fuori per il turn over). Con l'Italia è tornato dopo un anno: dentro in corsa e per mezz'ora contro la Svizzera, senza però farsi apprezzare. Giovedì non è certo di giocare contro l'Udinese: Mou potrebbe preservarlo per il derby. Di sicuro aspetta la chiamata di Pinto (il gm ha appena contattato il manager) per l'adeguamento del contratto, in calendario solo dopo la firma di Pellegrini. La Roma non ha la stessa fretta di Nick.
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Altalena Zaniolo, la Roma ha fretta
Nicolò, da quando è tornato in campo dopo il secondo infortunio al ginocchio, vive di up and down
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