Finalmente ce l’abbiamo. Un portiere affidabile, sarebbe a dire. E’ il sospiro che si avverte passeggiando con finta aria distratta tra i giocatori della Roma che chiacchierano allontanandosi dal campo di allenamento, sudati, stanchi, quasi ilari come non si vedevano da un po’, come riporta il Corriere dello Sport. Morgan De Sanctis li sente e non cambia espressione neppure a pagarlo. E’ arrivato a Roma convinto di non essere un portiere finito. L’avevano fatto sentire così a Napoli. O meglio, era stato lui stesso a procurarsi tutto lo stress della situazione, con un certo masochismo, con una certa sicurezza in se stesso. «Voglio giocare una grande stagione, mi serve una grande stagione». Se può essere un segnale, adesso nelle partitelle di preparazione quando un giocatore arriva davanti al portiere i compagni del momento gli suggeriscono in quale punto della porta tirare. «E’ un ragazzo di cui ci si fida. Lo si capisce subito» , continua la voce anonima.
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Con De Sanctis spalle coperte
Finalmente ce l’abbiamo. Un portiere affidabile, sarebbe a dire. E’ il sospiro che si avverte passeggiando con finta aria distratta tra i giocatori della Roma che
Lui e la Roma si sono incontrati a metà di una doppia parabola. Sono le forze del destino. In giallorosso neppure il portiere della Nazionale olandese ha funzionato. De Sanctis però non è il portiere della Nazionale olandese. E’ stato, anche se per breve tratto, il portiere della Nazionale italiana, terra di poeti, santi, navigatori ed estremi difensori. Morgan De Sanctis ha conquistato anche il presidente James Pallotta. Questi all'arrivo presso l'albergo della squadra ha voluto parlare singolarmente con tutti i giocatori.
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