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Studio Deloitte sui nostri club. Stipendi dei giocatori alle stelle

(repubblica.it – F.Bianchi) Mentre i nostri club tentano un non facile accordo per spartirsi i 200 milioni del bacino d’utenza, ecce che la Deloitte pubblica il primo studio a livello italiano sui risultati economico-finanziari della...

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(repubblica.it - F.Bianchi) Mentre i nostri club tentano un non facile accordo per spartirsi i 200 milioni del bacino d'utenza, ecce che la Deloitte pubblica il primo studio a livello italiano sui risultati economico-finanziari della Serie A (2009-2010).

Lo studio è un approfondimento dell'osservatorio sull'andamento delle principali Leghe europee, realizzato annualmente da Deloitte: l'"Annual Review of Football Finance". "Come da noi evidenziato anche in questi anni di crisi economico/finanziaria - ha spiegato Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile per il Consumer Business - i ricavi record registrati dalle principali Leghe calcistiche europee dimostrano la buona capacità del settore di resistere alle turbolenze economiche internazionali. D'altra parte molti rimangono ancora i punti aperti da affrontare da parte delle società: il miglioramento del rapporto costo tesserati/ricavi e l'avvio di strategie e azioni per poter rientrare nei nuovi restrittivi parametri dettati dal Fair Play finanziario (voluto dall'Uefa, ndr)". Ma come stanno i nostri club? Ecco la risposta: "Dalle nostre analisi emerge uno squilibrio dei costi della gestione corrente, che risultano strutturalmente superiori al valore della produzione - spiega Riccardo Raffo, Partner Deloitte - Nonostante un fatturato in crescita, l'apporto dei capitali da parte dei proprietari delle società risulta ricoprire ancora un ruolo determinante per la sostenibilità del business della Serie A". Insomma, se non ci fossero i Berlusconi, i Moratti e c., sarebbero dolori seri. E rischiano

di esserlo in futuro, quando bisognerà mettersi al passo con le norme richieste dallo staff di Michel Platini. Iniziando a tagliare sul costo del lavoro (come tenterà di fare il Milan). Ma vediamo nel dettaglio l'interessante studio Deloitte, che pubblichiamo in anteprima. 1) I ricavi netti aggregati, pari a 1.736 milioni di euro, in crescita di 60 milioni di euro rispetto alla stagione precedente, confermano il consolidamento dei valori di fatturato raggiunti negli anni. Si evidenzia che il 52% del fatturato è conseguito mediante la cessione dei diritti TV a livello nazionale. Negli ultimi dieci anni il fatturato della Serie A, al netto delle plusvalenze, è cresciuto del 51%, passando da Euro 1.151 milioni nella stagione 2000-2001 a Euro 1.736 nell'ultima stagione. 2) Le plusvalenze nette da cessione presentano una riduzione dell'11% rispetto alla stagione precedente, principalmente per la contrazione dei valori del calciomercato. 3) La perdita della gestione ordinaria passa da 93 milioni di euro nella stagione 2008-2009 a 196 milioni di euro nella stagione 2009-2010. Il peggioramento del risultato di gestione è principalmente ascrivibile alla crescita dei costi del personale e degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei giocatori. In particolare i costi dei tesserati e gli ammortamenti dei calciatori raggiungono l'80% del valore della produzione (74% nella stagione precedente). L'incidenza degli altri costi si mantiene costante e pari al 30% del valore della produzione. 4) La perdita della gestione finanziaria incrementa da 26 milioni di euro nella stagione 2008-2009 a 34 milioni di euro nella stagione 2009-2010 a causa del peggioramento della posizione finanziaria netta. 5) Il risultato d'esercizio è pari a -251 milioni di euro nella stagione 2009/2010, quindi con un incremento della perdita di 85 milioni di euro rispetto alla stagione precedente. 6) La posizione finanziaria netta delle società di Serie A vede crescere l'indebitamento di 81 milioni di euro raggiungendo complessivamente il valore di 611 milioni di euro. "Dai principali indici di bilancio analizzati - continua Riccardo Raffo - emerge  un basso grado di copertura degli asset con mezzi propri e in calo rispetto alla scorsa stagione (23% della stagione 2009-2010 rispetto al 40% nella stagione 2008-2009). Diminuisce, infatti, la capacità da parte delle società di far fronte all'acquisto di calciatori con il proprio patrimonio. Inoltre, i ricavi della gestione sportiva riescono a sostenere quasi esclusivamente i costi degli stipendi e gli ammortamenti dei giocatori; da questo punto di vista nell'ultima stagione abbiamo osservato un maggiore incremento del costo dei tesserati e degli ammortamenti rispetto alla crescita del fatturato"