(Il Corriere dello Sport - A.Maglie) Il Catania festeggia la salvezza spegnendo le ultime speranze Champions della Roma.
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Roma, il solito black out
(Il Corriere dello Sport – A.Maglie) Il Catania festeggia la salvezza spegnendo le ultime speranze Champions della Roma.
Lo fa concedendosi una partita a due volti: un primo tempo giocato bene ma con contenuta cattiveria agonistica e una ripresa di grande determinazione, coraggio, corsa soprattutto in quell’Alejandro Gomez che ricorda le ali dei vecchi tempi, piccolo, agile, imprendibile sul breve. Significativamente la rete della vittoria l’ha realizzata proprio lui dopo che qualche secondo prima Doni aveva provato a battere di testa Andujar. L’ultimo sussulto di una Roma brutta, spenta, affaticata, con troppi assenti e troppi giocatori recuperati all’ultimo momento e quindi in condizioni precarie. Ma da una squadra che punta all’Europa più nobile è lecito attendersi di più, soprattutto contro una squadra appagata, che aveva raggiunto l’obiettivo già prima del fischio di avvio di Tagliavento. Ma, si sa, le maglie giallorosse scatenano gli ardori rossoazzurri, vecchie ruggini, legate ai tempi spallettiani. E così è andato in scena la replica del copione di tre anni fa quando un pareggio diede al Catania la salvezza e alla Roma solo una delusione- scudetto. Ma ieri una sola squadra ha cercato la vittoria e non è stata quella che ne aveva più bisogno.
IL CORAGGIO DEL CHOLO - Simeone ha vinto, da ex laziale, il suo personalissimo derby, « vendicando » i vecchi compagni che quest’anno nei derby hanno masticato amaro. E’ bello il Catania di Simeone, una « rivoluzione culturale » per un centrocampista che era in campo forse molto più attento alla fase difensiva. Ha osato molto, Diego Pablo perché è partito con un 4-3-3 già molto «spinto» e ha terminato con un 3-3-1-3 ancora più spinto, con Ricchiuti dietro gli attaccanti e Lodi in mezzo al campo. Insomma, la vittoria l’ha costruita, Simeone, non l’ha trovata per caso.
FESTE E CEROTTI -Per l’occasione, ieri il Massimino si è vestito a festa perché quel che ha fatto il Catania in questi anni ha caratteristiche miracolose. Ieri i ragazzi di Simeone festeggiavano la quinta salvezza e la conquista del sesto campionato di serie A: complicato non riconoscere i metodi di una società che ogni anno ha proposto giocatori particolarmente interessanti. Sarà stata l’aria festiva, sarà stato anche l’atteggiamento un po’ depresso della Roma, ridotta ai minimi termini dalle assenze di De Rossi e Perrotta (squalificati), Brighi e Pizarro (in panchina non nelle migliori condizioni), certo è che il Catania pur essendo disposta in campo meglio della squadra giallorossa, ha evitato di buttare in campo un tasso elevato di cattiveria agonistica. La sorte non ha aiutato i siciliani che hanno colpito, in un tempo, un palo e una traversa, diventando testimoni di un paio di risolutivi interventi di Doni ( su Gomez e Terlizzi). La Roma, pur faticando in mezzo al campo dove né Greco né Simplicio apparivano in grado di costruire gioco e con un Juan in meno dopo appena cinque minuti e un Borriello a mezzo servizio per colpa di un attacco intestinale ( è stato sostituito da Vucinic dopo 45'), ha cercato di tenersi a galla nella corsa Champions affidandosi ai colpi dei suoi campioni, sfruttando anche i ritmi non altissimi che consentono con la tecnica di occultare i limiti fisici e la mancanza di automatismi ( troppo ferma la squadra in fase di possesso, troppo poco aggressiva in quella dinon possesso e di recupero-palla). Il gol di Loria, dieci minuti dopo l’ingresso in campo, è arrivato proprio da un di questi colpi: punizione di Totti e stacco del difensore agevolato dalla dormita di Potenza.
ILLUSIONE -Il vantaggio ha illuso la Roma, probabilmente inducendola a dimenticare i suoi scarsi meriti rispetto a quel risultato. E il Catania « rimodellato » da Simeone ha infranto i fragili sogni giallorossi. La ripresa, infatti, è stata un lungo monologo catanese, con la Roma che arrancava in fase difensiva dove troppi spazi i difensori lasciavano agli attaccanti, soffrendo maledettamente sulle corsie esterne e finendo così per perdere quasi tutti i confronti individuali. Doni ha continuato a tenere a galla la sua squadra evitando ancora una volta la capitolazione in occasione di una conclusione ravvicinata di Maxi Lopez. Ma poi prima Bergessio di testa e poi Gomez sul filo di lana, a conclusione di una azione nella sostanza personale, chiudevano un conto che nella dinamica della gara non era mai apparso realmente favorevole alla Roma. Insomma, un nuovo deludente viaggio in Sicilia per i giallorossi dai quali sarebbe stato lecito attendersi almeno un po’ di orgoglio, soprattutto davanti ai risultati sciorinati implacabilmente dal tabellone luminoso. Ma la squadra di Montella ieri si è concessa la mesta conclusione di una stagione sbagliata: resta solo il premio di consolazione dell’Europa League (manca un punto per la matematica) con la prospettiva di una annata che comincerebbe a fine luglio. Il Catania, al contrario, ha dimostrato che quella «rosa » molto argentina, nonostante i problemi, contiene delle indiscutibili qualità.
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