(Il Messaggero – U.Trani) Non basta la nebbia romagnola a nascondere i nervi scoperti che la Roma si porta dietro anche a Cesena. Inizia il girone di ritorno e il gruppo giallorosso si presenta in campo dopo una settimana tormentata.
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Roma a nervi tesi. Ranieri sbotta
(Il Messaggero – U.Trani) Non basta la nebbia romagnola a nascondere i nervi scoperti che la Roma si porta dietro anche a Cesena. Inizia il girone di ritorno e il gruppo giallorosso si presenta in campo dopo una settimana tormentata.
Ranieri fatica a gestire la situazione e gli stessi dirigenti, impegnati a preoccuparsi del domani più che del presente, non riescono a dettare una linea comune e strategicamente valida.
Non è l’avversario di giornata, il Cesena di Ficcadenti, a spaventare la Roma. A preoccupare è il rendimento esterno: in campionato, fuori casa, solo 9 punti, 3 dei quali presi all’Olimpico nel derby. Ranieri, in un momento di assoluta sincerità, se lo ricorda: «Se cambiamo il trend, cioè andando a prendere punti in trasferta, si recuperano gli otto dal Milan. E’ un torneo particolare, con alti e bassi da parte di tutti. Dobbiamo essere consapevoli che vogliamo lottare per la vittoria». Quando, però, deve trovare una giustificazione per l’andamento lento in viaggio, non convince: «Fuori casa ci manca l’apporto dei nostri tifosi», dimenticando che la gente giallorossa è sempre presente.
Anche oggi pomeriggio, almeno tremila saranno in tribuna. «E’ questa la vera Roma» garantisce Ranieri, come accontentandosi del quarto posto, pur avendo l’organico più completo della serie A insieme con l’Inter che si sta ritrovando e, con due gare da recuperare, pronta al sorpasso. L’allenatore di San Saba, ultimamente, cade spesso in contraddizione. Cambia idea, anche su se stesso. Tranne che su Totti. Perché nel giorno in cui darà nuovamente una maglia da titolare al capitano, tira fuori l’orgoglio di chi è sempre dalla parte della ragione, soprattutto sulle scelte: «Rifarei quello che ho fatto a Genova: anche perché non ho mancato di rispetto a Francesco. Ho grande stima, anzi. E tra noi si parla e si scherza, quotidianamente».
Ranieri, peccando di presunzione, non considera uno sgarbo il recupero di 4 minuti concesso al capitano domenica scorsa. E anzi trova l’appoggio totale della società che, per iscritto, martedì, ha ripreso Totti chiedendogli di finirla con «atteggiamenti autolesionistici». Francesco, però, si definisce «triste dentro Tigoria e non fuori». La versione del capitano è, insomma, diversa da quella del tecnico. Totti ieri ha preso male l’uscita di Ranieri e anche il silenzio della proprietà e dei dirigenti presenti a Trigoria. Ma non è nemmeno il caso più ingombrante. Tanti sono più eclatanti.
Ultimo lo scontro verbale, pesantissimo, di venerdì tra Ranieri e Vucinic: sono volate parole grosse in campo. Altri ce ne sono stati in precedenza, sul ring il tecnico e, a turno, Mexes, Burdisso senior, Adriano (tornato tra i convocati), Pizarro e chi più ne ha ne metta. L’allenatore nega, in particolare di soffrire i calciatori di personalità: «Ho un buon rapporto con tutti, normale e professionale. E ovunque, in carriera, ho fatto il massimo dei punti che potevo conquistare». Non vuole riaprire il caso Pizarro, tornato a Trigoria due settimane dopo e non multato dal club perché «ci sono motivi e motivi». L’ultima di giornata è sul contratto.
Prima di partire per Genova disse: «I contratti non contano». Prima di volare a Forlì, invece, ci ripensa: «Potevo andare via a giugno, non l’ho fatto perché per me la Roma è tutto. Continuerà ad essere tutto fin quando ci sarà un contratto in essere. Sono molto sereno e determinato».
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