rassegna stampa roma

Ranieri, addio con sollievo «Qui ci voleva la frusta…»

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) L’unica dichiarazione fuori dal protocollo l’ha concessa ad una tifosa, appena uscito da Trigoria. «Con questi ce voleva la frusta». Sir Claudio Ecco. Deve essergli uscita dal cuore. Perché tra...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) L’unica dichiarazione fuori dal protocollo l’ha concessa ad una tifosa, appena uscito da Trigoria. «Con questi ce voleva la frusta». Sir Claudio Ecco. Deve essergli uscita dal cuore. Perché tra attestati di stima, strette di mano, abbracci, a Claudio Ranieri restano due sensazioni contrastanti.

Quella spiacevole di non essere stato sufficientemente autoritario con chi— giocatori bamboccioni, dirigenti fedifraghi— gli ha reso l’esistenza difficile. L’altra, con cui si è svegliato ieri, di essersi liberato di un peso. «Una liberazione...» . Parte della Roma Sensi, Montali, un gruppo nutrito di calciatori — sperava di farlo tornare sui suoi passi, ma la notte a Ranieri ha portato il consiglio opposto: confermare tutto, salutare. Così, una scelta di pancia, istintiva, comunicata a caldo domenica a Marassi, ieri mattina è diventata una decisione ponderata e valutata, perciò «irrevocabile» . Ha salutato con stile, non ha chiesto un centesimo per sé, ma si è imposto perché i suoi collaboratori restassero a libro paga fino a giugno. È bastato dimettersi, sgravarsi delle pressioni, liberarsi delle tossine accumulate in questi mesi pazzi, perché tornasse subito sir Ranieri. Un vero signore, e l’onore delle armi infatti gli è stato riconosciuto da tutti. «Mi sono arrivati tanti messaggi di stima e di grande affetto, ringrazio tutti — ha ribadito ieri —. Soprattutto Rosella Sensi, la squadra e i tifosi. Auguro a Vincenzo Montella di tenere alta la bandiera della Roma sempre e dovunque» .

Amori e tradimenti Se c’è un errore che gli imputano pure i suoi è proprio il troppo amore per la Roma, che ieri pure Rosella Sensi ha riconosciuto. «Onore all’uomo, posso immaginare quanto gli pesi lasciare la Roma, lui che è tifoso dei nostri colori» . Già. E lo è stato fino all’ultimo. Forse troppo ingenuo nel credere a chi gli assicurava un contratto. Forse troppo ottimista nel pensare che da solo, senza il sostegno della società, avrebbe tenuto a bada bamboccioni e ribelli. Forse troppo innamorato. Poteva lasciare l’estate scorsa, quando lo volevano in Nazionale. O quando la Sensi disertò il primo incontro per il rinnovo, che gli aveva promesso. È rimasto, ha fatto i suoi errori, ma poi è rimasto vittima dell’acquisto folle di Adriano, dei mugugni di Totti, dalle continue lamentele di Borriello, degli scontri con Vucinic, del voltafaccia di Menez, soprattutto del tradimento di Pizarro. Questo proprio non gli è andato giù. Dicono che ora il cileno voglia disertare anche Bologna, per salvare la faccia. Non sa di averla già persa.