(Il Romanista - M.Izzi) - «La Roma del rinnovo è destinata, anche con qualche scontata amarezza, a far spettacolo, a soddisfare, a far dimenticare il triste grigiore della passata stagione. La “nuova Roma” sa di primavera, di voglia di affermarsi, di rompiscatole fra le grandi.
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Qui esordì sostituendo Conti…
(Il Romanista – M.Izzi) – «La Roma del rinnovo è destinata, anche con qualche scontata amarezza, a far spettacolo, a soddisfare, a far dimenticare il triste grigiore della passata stagione. La “nuova Roma” sa di primavera, di...
La nuova “Roma” ha un pregio che non aveva più la vecchia: i suoi giocatori dimostrano di possedere una buona dose di umiltà (….)». L’articolo di Giallorossi si riferiva al commento di Genoa-Roma del 3 ottobre 1976, gara in cui Walter Sabatini fece il suo debutto in serie A con la maglia della Roma (l’esordio assoluto risale invece alla gara di Coppa Italia con il Rimini del 29 agosto 1976). Colpisce vedere quanto simile fosse l’atmosfera di rifondazione che Sabatini trovò nella capitale nella sua avventura da giocatore, paragonata a quella, cui dovrà contribuire con la sua professionalità a dare corpo, nella veste di dirigente di primo piano. Quel 3 ottobre Sabatini, ancora seduto in panchina (sarebbe entrato al 76’) vedrà Bruno Conti recarsi sotto la Curva Nord a salutare la torcida rosso-blu. I tifosi del Genoa regaleranno un’ovazione a Bruno, che aveva dato un immenso contributo al ritorno in serie A del Grifone, “costringendolo” ad un rapido giro di campo per raccogliere gli applausi di Marassi. Sabatini, come detto, entrerà in campo al 76’ … rilevando proprio Bruno Conti. Per un’incredibile coincidenza non è da escludere che ad accoglierlo ai cancelli di Trigoria, facendolo “debuttare” da dirigente della Roma, sia proprio Bruno Conti. Contro il Genoa il compito di Sabatini non fu certo facile (il centravanti rosso-blu era un certo Pruzzo, che aveva appena realizzato il primo gol in A), come non facile, sarà ritrovare il bandolo di una matassa resa intricata da una stagione maledettamente difficile. La Roma del Sabatini giocatore era quella della linea verde, una svolta apprezzata da molti (su tutti anche da “el Paron” Rocco, che valuterà l’esperimento giallo-rosso, come quello più interessante della serie A, soprattutto in chiave di “serbatoio” azzurro), ma anche osteggiata. Già nell’amichevole pre-campionato contro gli uruguagi del Nacional, in tribuna, il presidente Anzalone era stato fortemente contestato. Il clima di questi giorni è invece, di trepidante, ma fiduciosa attesa. Sabatini torna dunque in quella Roma che lasciò al termine della vittoriosa gara contro il Bologna del 22 maggio 1977. Quel giorno capitano (e goleador) della Roma era un certo Agostino Di Bartolomei, stringendo la mano a Francesco Totti, siamo sicuri, che almeno per un secondo, Walter penserà per un secondo al grande Ago
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