(repubblica.it – M.Pinci) Giù la maschera. Chissà se per le due sconfitte in tre giorni contro Genoa e Milan, forse per qualche critica più aspra ricevuta, o magari per l'imitazione di Fiorello, che dice di non aver visto: Luis Enrique tira fuori le unghie, tanti saluti all'umore irritabile a cui stava iniziando ad abituare, per far posto a risposte più decise.
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''Non sono un marziano con le mie idee si vince''
(repubblica.it – M.Pinci) Giù la maschera. Chissà se per le due sconfitte in tre giorni contro Genoa e Milan, forse per qualche critica più aspra ricevuta, o magari per l’imitazione di Fiorello, che dice di non aver visto: Luis Enrique...
E a una candidatura: "Vedo la voglia di cambiare la nostra situazione, il mio obiettivo prioritario è vincere a Novara". "NON SONO UN MARZIANO" - Un Luis nuovo, forte anche della rinnovata fiducia incassata indirettamente dalla società, pronta in settimana ad affrontare di petto i primi malumori della squadra. Nuovo, non innovativo: "Non sono un marziano caduto da una nave spaziale", sorride l'asturiano. Che dopo i complimenti ai suoi colleghi italiani ("Nessuno mi ha fatto pesare di essere sraniero") aggiunge: "Vedo il Novara e tante altre squadre che fanno un calcio propositivo. Magari non come lo voglio fare io, ma ognuno ha il suo pensiero. Io non chiedo ai giocatori di fare cose incredibili. Se così non fosse non starei iniziando a vedere cose così che mi piacciono". Una presa di coscienza del valore della Roma, e se anche con il Milan il tecnico non avesse "mai pensato di poter vincere", adesso il punto di vista è cambiato: "In ogni partita non ho visto la mia squadra inferiore a nessuna altra - giura - certo se continueremo a fare questi errori saremo lontani
dalla capolista. Ma se diventiamo più concentrati magari iniziamo a vincere. Magari". Concentrazione, la parola d'ordine: "Ci manca anche il controllo nelle due aree - spiega Luis - serve più capacità contundente. Ma quello che vedo in campo mi fa essere fiducioso. Non so quello che succederà dopo, ma inizio a vedere azioni che mi piacciono. Non mi piace mai il risultato, dobbiamo lavorare per ridurre le capacità dell'avversario. Adesso agli avversari basta poco per batterci". "VOGLIAMO CAMBIARE LA NOSTRA SITUAZIONE" - L'allenatore, però, indica anche gli aspetti positivi visti sul campo nelle ultime uscite, con dati alla mano che cita a memoria: "Con Milan e Juventus siamo la squadra che fa più possesso palla nella metà campo avversaria. In questo campo siamo con le squadre che devono dominare la classifica, le squadra piccole non lo fanno. Noi dobbiamo migliorare solo nella 'contundencia', nell'incisività. Avevo detto 'ora non siamo da scudetto', ma nessuno sa cosa può succedere nel calcio". Non chiedetegli, però, quale sia l'obiettivo: "Non ho obiettivi per la fine del campionato, il mio obiettivo prioritario è vincere a Novara". In ogni caso, l'allenatore riparte da una certezza: "Vedo la voglia da parte dei giocatori di cambiare la nostra situazione", perché "il risultato è sempre la cosa più importante". Più che il manto sintetico del "Piola" ("Per quello che ho visto in tv l'erba artificiale non sarà un problema") a preoccupare Luis Enrique è la squadra piemontese, che in avvio di stagione sul proprio campo ha già collezionato qualche vittima illustre: "Il Novara in casa ha battuto l'Inter e potrebbe metterci in difficoltà. Dovremo essere bravi". Gasperini insegna: "Ma quello che succederà dopo non lo so - ammette - anche se non c'è nulla che mi preoccupi. Non possiamo preoccuparci se ci sarà un terremoto, non lo sa nessuno". "MERCATO? SIAMO TROPPI, PRIMA LE CESSIONI" - Terremoti o meno, il suo calcio non piace a tutti. Così, l'allenatore trova anche il tempo di replicare a qualche critica ricevuta da Zeman: "So che parla quasi sempre male di me. Io non parlerei mai male di un collega. E ho ammirazione di quello che ha fatto come allenatore". Un dettaglio che Zeman allena ancora. Dal boemo a Sacchi, che gli ha consigliato di non cambiare: "Ma io non ho mai cambiato il mio pensiero su quello che voglio dalla mia squadra. Non sono qui per cambiare". Tanto sincero quando si parla di calcio, tanto ermetico sul mercato: "Cosa chiederei alla società? Siamo troppi, prima di arrivare giocatori devono uscirne". Per i trasferimenti però c'è tempo: "Non penso né a gennaio né a giugno, non so neanche se ci sarò. La cosa importante per me è far migliorare la squadra". Impossibile invece che Luis migliori sull'autoironia: "L'imitazione di Fiorello sullo "scucchietto"? Noi asturiani siamo brutti ma bravi". Alla Roma il dovere di dimostrarlo.
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