rassegna stampa roma

Mr. Tom più forte della Maledizione del Bambino

(Il Romanista – D. Giannini) – La linea B della metropolitana di Boston, ma anche la C e la D. Insomma tutte le strade sembrano portare al Fenway Park. Che per gli appassionati di calcio e per gli italiani in genere è un nome che...

Redazione

(Il Romanista – D. Giannini) - La linea B della metropolitana di Boston, ma anche la C e la D. Insomma tutte le strade sembrano portare al Fenway Park. Che per gli appassionati di calcio e per gli italiani in genere è un nome che significa poco. Ma per gli americani e per i bostoniani in particolar modo significa moltissimo.

E’ il loro simbolo, il loro orgoglio, è la casa dei Red Sox, la squadra di baseball della città. Quella di cui Thomas DiBenedetto, il presidente in pectore della Roma è partner. Basta andare sul sito ufficiale del club per vedere il suo nome apparire.

Si parte da lì, dal Fenway Park, per raccontare la storia di questa squadra, perché è lì che si sono visti i trionfi, è lì che si è visto all’opera il talento senza fine di Babe Ruth, è lì che si è consumata una maledizione lunga 86 anni.  Tutto cominciò nel 1901, 110 anni fa, quando si decise di dar vista ad una nuova formazione. Che nei primi tempi prese altri nomi, poi nel 1908 arrivò il nome di Red Sox, calzette rosse. E furono subito vittorie grazie a giocatori che all’epoca erano delle vere stelle, come Jimmy Collins, Patsy Dougherty, Buck Freeman, Chick Stahl. Dopo qualche anno altalenante, nel 1912 venne inaugurato il Fenway Park e subito i Boston Red Sox tornarono in cima all’ American League con una stagione da record fatta di 105 vittorie e 47 sconfitte. Ma era solo l’inizio perché i Sox stavano mettendo le basi per una squadra mitica che poteva contare su Carl Mays, Ernie Shore, Dutch Leonard e un certo George Herman Ruth, quello che poi sarebbe passato alla storia come “Babe Ruth”, universalmente riconosciuto come il più forte di sempre della Major League. Tanto per capirsi: mettete insieme Pelè e Maradona e forse ci si avvicina un po’ al livello di notorietà e di strapotere che “Babe” ha avuto nel baseball.

Con una squadra del genere i Boston Red Sox vinsero l’American League nel 1915 e nel 1916 aggiudicandosi inoltre in entrambi gli anni le World Series (quelle che da noi potrebbero

essere delle cosiddette “finali scudetto”), prima contro i Philadelphia Phillies e poi contro i Brooklyn Robins. Dopo un anno di transizione, nel 1918 i Red Sox si aggiudicarono il campionato per la terza volta in quattro anni.  Un periodo di grandi successi che però stava per finire. Perché il proprietario del club, Harry Frazee, verso la fine del decennio cominciò a smantellare la squadra vendendo i pezzi pregiati. Una politica che culminò con la cessione per la cifra di 125 mila dollari

(utilizzata per finanziare alcuni spettacoli di Broadway) di Babe Ruth ai New York Yankees. Una ferita impossibile da cicatrizzare per i tifosi dei Red Sox, tanto che l’addio di Babe Ruth è passato alla storia come “Il crimine del secolo”. Inevitabilmente gli Yankees cominciarono a inanellare successi su successi, mentre per la squadra di Boston iniziò un periodo nero senza vittorie durato 86 anni.

Quasi un secolo fatto di momenti da dimenticare ma anche e soprattutto di sogni infranti proprio all’ultimo istante, all’ultima partita, all’ultimo inning, all’ultimo lancio. E’ la cosiddetta “maledizione del bambino”, cioè di “Babe Ruth”. Le maledizioni, gli incantesimi, sono fatti per essere infranti. Prima o poi doveva succedere e in effetti successe Era il 2004, una stagione iniziata senza brillare, tanto che era addirittura in pericolo la qualificazione ai playoff. Che arrivarono grazie ad una vittoria fondamentale contro gli arcirivali, i New York Yankees, in un match svoltosi al Fenway Park.  Nei playoff i Sox cambiarono marcia facendo subito fuori i campioni della West Division, gli Anaheim Angels. A quel punto sulla loro strada capitarono di nuovo gli Yankees. Che si portarono avanti 3-0 nella serie. Tutto finito? Macché, perché i Red Sox con due vittorie casalinghe riportarono la serie a New York dove impattarono sul 3-3. Mancava solo gara 7, quella che poteva cambiare il destino. I Sox la vinsero e si lanciarono verso le World Series. Ma stavolta non ce ne era più per nessuno.

Nelle finali spazzarono via St.Louis Cardinals con un secco 4-0 e si portarono a casa il titolo 86 anni dopo l’ultima volta. “La maledizione del bambino” era finalmente finita.

E quest’anno? La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, ma solo qualche giorno fa è arrivata la possibile svolta: la prima vittoria stagionale contro gli Yankees grazie al supporto del pubblico del Fenway Park. Ma la strada verso le World Series è ancora e in salita. Visto che dopo quel successo sono arrivate le sconfitte contro i Tampa Bay Rays. Nella notte italiana, ci sarebbe dovuta essere l’opportunità del riscatto, ancora contro i Rays. Ma ci si è messa di mezzo la pioggia. Partita rinviata, probabilmente verrà recuperata ad Agosto. Resta così uno score negativo di 2 vittorie e 9 sconfitte da cancellare il più presto possibile. Un’impresa difficile, non impossibile per una squadra più forte anche delle maledizioni, la squadra del mitico Fenway Park, la squadra di Thomas DiBenedetto, il futuro presidente della Roma.