"Il calcio deve molto a stampa e televisioni, è giusto infatti riconoscerlo. - scrive Luciano Moggi sulle pagine del quotidiano Libero - Spesso, però, le società con i loro dirigenti si fanno condizionare da quello che leggono o che sentono dai vari opinionisti (tanti), che parlano secondo le sensazioni del momento mentre i dirigenti dovrebbero sapere meglio di tutti ciò che deve essere fatto affinché tutto possa funzionare al meglio. Per chi commenta valgono i 90 minuti della partita, alle società devono invece interessare oltre le sfide tecniche anche la parte economica, la salute di chi deve andare in campo e anche di chi deve saper mandare in campo la migliore formazione del momento, e cioè l’allenatore.
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Moggi: “La scelta di Pallotta ha regalato un alleato in più alla Juve”
"Colpa dei dirigenti che hanno sostituito tardi Garcia con Spalletti. Dovendo ricevere il Napoli, in caso di vittoria, i giallorossi spianerebbero la strada alla prima in classifica per lo scudetto"
Non sempre però ciò avviene e l’esempio di insipienza dei propri dirigenti l’ha dato proprio la Roma che ha schiantato la Fiorentina con 4 gol senza darle la possibilità di fare un solo tiro in porta, eccezione fatta per il rigore: è stato un dominio costante per qualità tecniche ed agonistiche. In molti adesso si domanderanno a cosa sia dovuta questa trasformazione dei giallorossi, questa autostima che improvvisamente è risorta in loro, la voglia ritrovata di vincere.
La risposta ce la sta fornendo il campo, sette vittorie con l’avvento di Spalletti, da prima stentate poi progressivamente buone fino a diventare ottime contro i toscani: un graduale ritorno alla forma perduta con Garcia, la testa che è tornata a comandare i muscoli. Il cambiamento va ascritto a merito di Spalletti che ha saputo far rinascere la fiducia in questa squadra, il demerito è tutto di Garcia e di chi lo ha trattenuto troppo a lungo a bivaccare a Trigoria, e cioè i dirigenti attuali che sono i primi responsabili di un’annata che poteva portare la Roma a lottare per vincere il campionato perché assieme alla Juve è la migliore squadra e forse anche più forte dei bianconeri.
E pensare invece che in questo momento la Roma, pur nello stato di forma attuale, potrà essere, suo malgrado, la migliore alleata della Juventus poiché, dovendo ricevere il Napoli, in caso di vittoria, spianerebbe la strada alla prima in classifica per lo scudetto. Ruolo deprimente per chi, come i giallorossi, avrebbero avuto tutte le possibilità di vittoria finale. Questo giornale da quattro mesi sta ribadendo il concetto, ora suffragato dai fatti, circa l’allontanamento di Garcia che doveva essere effettuato da tempo. Il presidente della Roma dovrà quindi valutare cinicamente, come si conviene nel calcio, i comportamenti sia della squadra e, ancor più, quelli dei dirigenti, quest’ultimi per non aver saputo prendere tempestivamente le decisioni che hanno condizionato in negativo un’eventuale corsa allo scudetto.
Sarebbe un grave errore se Pallotta pensasse che la vena ritrovata sia dovuta essenzialmente ai rinforzi di gennaio perché rivedere giocare con l’entusiasmo dei tempi migliori Pjanic e soci è solo il segnale di una ritrovata fiducia in se stessi; senza dimenticare la situazione economica che fa della Roma una delle società più indebitate del campionato assieme ad Inter e Milan.
Martedì la squadra sosterrà l’impegno di Champions League contro il Real Madrid e la convinzione di chi scrive è quella di vedere un’ottima Roma, lontana dalle recenti debacle di Coppa".
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