(repubblica.it - M.Pinci) Se quella di domani all'Olimpico non fosse, per la Roma, una partita che dovrà dare la reale dimensione delle ambizioni della squadra, verrebbe da parlare di più dell'incontro tra Luis Enrique e Tassotti.
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Luis Enrique non cambia strada “Con il Milan il nostro gioco”
(repubblica.it – M.Pinci) Se quella di domani all’Olimpico non fosse, per la Roma, una partita che dovrà dare la reale dimensione delle ambizioni della squadra, verrebbe da parlare di più dell’incontro tra Luis Enrique e Tassotti.
Il primo, dopo la gomitata con cui l'ex difensore colpì l'attuale tecnico romanista al volto nei quarti di finale del mondiale del '94 negli States. "Gli darò la mano - giura Luis - sono passati 17 anni, nessun problema con Mauro, quello che succede in campo resta lì". Quello che succederà sul prato dell'Olimpico, invece, potrebbe avere conseguenze su tutta la stagione della Roma. SE GIOCHIAMO COME CON IL GENOA..."- Se intorno a lui il dibattito sulla nuova Roma infiamma, Luis Enrique non vuole sentire parlare di graduatorie e commenti: "Io non guardo la classifica. E non leggo i giornali". Ciò nonostante, si presenta con un bagaglio di certezze. Convinto di aver trovato, a Genova, la giusta mescola per la sua Roma in quella che continua a definire "la più bella partita della mia squadra. Ci è mancata solo la cattiveria, ma in alcune partite che abbiamo vinto il risultato ha coperto altri errori. Mercoledì il secondo gol è stato uno scherzo". La ricetta, allora, è facile: "Se giochiamo come abbiamo giocato con il Genoa possiamo farcela". Tutt'altro che semplice, però: "Sono i campioni e una grande squadra, sarà una prova dura per noi, ci manca ancora concentrazione in alcuni momenti. Vediamo come arriveremo dopo una settimana con 3 partite". In ogni caso, Luis non fa un passo indietro rispetto alle proprie idee: "Non dobbiamo avere nessun dubbio sulla proposta di gioco che vogliamo fare. Altra cosa è dire se ci riusciremo. La nostra proposta è la stessa con il Milan e contro chiunque".
"SAREI FELICE ANCHE LONTANO DA QUI" - Proprio le idee chiare dell'allenatore, fin qui, sono state il manifesto dell'idea perseguita dalla nuova Roma. E' uno scudo dietro cui difendersi nei momenti difficili. Anche per questo, forse, Montella ha fatto notare che al suo posto sarebbe già stato cacciato. Ma non ditelo al tecnico romanista: "So di essere un privilegiato, ma non sono preoccupato di nulla per il mio futuro. Quando non sarò più qui sarò contento da un'altra parte". Non manca, in ogni caso, la replica stizzita: "Quando mi mandano a casa vi porto un regalo".
Broncio a parte, l'influenzato allenatore non perde l'ottimismo: "Spero che la partita con il Milan alzi il nostro livello calcistico. Non hanno iniziato con regolarità, ora si sono ripresi". Qualche dubbio semmai lo hanno sollevato le scelte, da Perrotta esterno destro al tridente leggero di Gnova, fino alla chiusura con 4 attaccanti di ruolo in campo. Anche in questo caso, però, Luis fa catenaccio: "Scelgo chi credo possa fare meglio. Sono contento delle scelte fatte con Genoa e Palermo". Se non altro, domani potrebbe un po' a sorpresa rientrare Pjanic alle spalle dei due attaccanti. Dopo l'allenamento a parte di ieri, oggi una seduta in gruppo. Un sorriso per il tecnico: "E' in lista, può giocare". Chi non ci sarà ancora, ovviamente è Totti: "Lui è sempre un punto di riferimento - ricorda Luis - per noi ma anche per l'avversario. Stiamo aspettando tutti quelli che non sono a disposizione, Totti come Lobont". Non ditelo a Francesco.
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