Lo zio americano sbarca a Trigoria «Abbiate pazienza, presto vinceremo»

(Leggo - F.Maccheroni) La sorpresa è che non ci sono state sorprese. E poche risposte. Thomas DiBenedetto ha ribadito che sarà il nuovo presidente della Roma.

Come sapevamo manca il «closing», la firma, cioè la cosa più importante, ma sembra scontata. Per il resto, soprattutto ciò che riguarda il lato tecnico, niente è scontato. E niente è più chiaro di prima. Prendiamo Luis Enrique: ha assicurato che se gli danno una squadra è in grado di farla giocare per vincere. Per ora ha Totti. De Rossi è in bilico, la difesa è in infermeria, Pizarro pure, l’attacco è sul piede di partenza. Chi farà giocare? Lo spagnolo invita tutti a rivolgersi a Walter Sabatini. Il diesse s’è affacciato un paio di volte nel tendone, con una sigaretta in mano e una faccia che sapeva di tormenti.

Siamo d’accordo con mister DiBenedetto quando sottolinea che «Roma non è stata costruita in un giorno». Ma oggi Luis Enrique sarà in ritiro. E sabato 27 agosto comincerà il campionato. Può sperare che per la Roma cominci domenica 28, vero. Poi dovrà giocare. Con chi? Se Roma non è stata costruita in un giorno, nemmeno le squadre si mettono insieme in una settimana.

La Roma americana è in ritardo. Questa è la verità confermata dalla conferenza stampa di ieri. Sabatini? Fuma. Sono state presentate le nuove maglie. Nessuno è apparso con la testa di leone come a Napoli, o di lupo, come sarebbe scontato a Roma. Sono spuntati quattro giovani della Primavera di Alberto De Rossi, fresca campione d’Italia (Totti aveva fretta di andare a pranzo?).

In conclusione, sarà una Roma giovane. Benissimo. Ci sarà un eccellente lavoro di marketing. E tutti sperano di vincere al più presto (ma va?). L’avvocato Roberto Cappelli, uomo Unicredit e presidente pro tempore, spera che lo scudetto stampato sulla maglia della Primavera sia di buon auspicio. Gli auspici si possono fare in un giorno. Walter Sabatini? Fuma e gli fumano anche i capelli.