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«Era un punto di riferimento per tutti noi»

(Il Romanista – F.Cassini) – Quello su cui sapevi di poter contare sempre. È un ricordo quasi unanime quello che hanno di Agostino Di Bartolomei i suoi vecchi compagni di Roma, intervenuti all’Auditorium per la proiezione di...

Redazione

(Il Romanista - F.Cassini) - Quello su cui sapevi di poter contare sempre. È un ricordo quasi unanime quello che hanno di Agostino Di Bartolomei i suoi vecchi compagni di Roma, intervenuti all’Auditorium per la proiezione di "11 metri", il film-documentario dedicato al capitano del secondo scudetto.

«Era un punto di riferimento per tutti noi - ha detto Ubaldo Righetti -. Un ragazzo maturo e serio, certo molto più maturo dell’età che aveva. Non ci negava mai un consiglio, era sempre pronto ad ascoltarci. A me ne ha dati tanti di consigli, che poi mi sono serviti più avanti nel corso della mia carriera. Sapevamo di poterci sempre rivolgere a lui». Gli fa eco Odoacre Chierico, non senza un pizzico di amarezza quando dice che «sì, era un punto di riferimento. Ma forse noi l’abbiamo capito soltanto dopo».

Quello del Di Bartolomei cardine del gruppo, giovane saggio dispensatore di consigli è un po’ il tema ricorrente nei racconti di quelli che hanno vissuto con lui la quotidianità dello spogliatoio per anni. «Ma non è poi tanto vero che fosse un tipo malinconico - ha detto Roberto Pruzzo -. Era un ragazzo introverso, ma non triste, con noi alla fine trovava sempre il modo di scherzare, sapeva giocare ed essere ironico». A chi gli chiede se vi potessero essere dei contrasti con la società alla base dell’addio alla Roma, Pruzzo ha risposto evitando di entrare nel merito: «Sinceramente non lo so, ma non credo ci fossero delle tensioni in questo senso - ha detto -. Al contrario, Agostino era molto sereno. Io però preferisco ricordarmelo per com’era in campo e anche fuori: serio e molto maturo». Affermazione curiosa se si pensa che Pruzzo e Di Bartolomei sono coetanei, nati addirittura a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro: «Eppure sembrava che lui avesse dieci anni più di me - ha detto sorridendo -. Quando avevamo ventidue anni sembrava che lui ne avesse almeno trentadue. Di certo era più maturo di tutti quanti noi. Anche per questo lo avvertivamo come un punto di riferimento». Di Agostino ha parlato anche Carlo Verdone, grande tifoso della Roma: «L’ho incontrato una sola volta, gli ho stretto la mano - ha raccontato -. Di Bartolomei è stato un capitano di solida disciplina e di grande autorevolezza. Non era uno di quelli che fomentano. Una vera signorilità, la sua. La squadra di oggi dovrebbe imparare questo da lui». A proposito della Roma attuale, Verdone ha detto la sua anche su Luis Enrique: «La sua Roma deve acquistare una sua fisionomia. Lui è un allenatore di progetto, era perfetto per i giovani del Barcellona: ma fare un progetto per la serie A è un po’ rischioso».