rassegna stampa roma

La Roma finisce a Catania: resta solo l'Europa League

(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) Il Destino, a volte, si diverte anche lui a bussare due volte. Ed il messaggio che recapita è sempre lo stesso: il Catania è l’ammazzasogni dei giallorossi.

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(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) Il Destino, a volte, si diverte anche lui a bussare due volte. Ed il messaggio che recapita è sempre lo stesso: il Catania è l’ammazzasogni dei giallorossi.

Tre anni fa, con un pari, contribuì a scucire dal petto della Roma, uno scudetto rimastovi incollato per quasi un’ora. Stavolta, in linea con l’involuzione avversaria, la squadra dell’ex laziale Simeone si è limitata a spazzare via le velleità di Champions giallorosse grazie a un 2-1 perentorio (corroborato anche da due legni), in cui il tango argentino ballato da Bergessio e Gomez ha pesato più della resurrezione di Loria, autore di un vantaggio durato sino a 18’ dalla fine. Il fischio conclusivo, però, ha anche il sapore dell’inizio, visto che la rivoluzione in arrivo a questo punto sarà profonda. Inutile dire che, come nella storia del match, la tensione è alta. Due istantanee: Terlizzi che, subentrato, viene a sua volta sostituito e manda a quel paese Simeone; Loria che al termine litiga con i rossazzurri in festa, mentre lo stadio inneggia beffardamente all’Udinese.

Roma in picchiata Liquefattosi in avvio il centrocampo titolare per gli acciacchi di Pizarro e le squalifiche (De Rossi e Perrotta), Montella punta per la prima volta dall’inizio sulla coppia composta da Totti e l’influenzato Borriello, scegliendo però di preservare il 4-2-3-1 con Greco e Simplicio in mediana, Totti alle spalle dell’ex milanista e Rosi e Taddei sulle fasce ma con l’obbligo di aiutare i teneri mediani. Blindato il gol di Loria -che al 14’ devia di testa una punizione di Totti -in avanti la Roma si fa vedere solo un’altra volta, con Borriello che, defilato, tira addosso ad Andujar. Per gestire il match nella ripresa Montella passa al 4-4-2, con Vucinic per lo sfiancato Borriello e poi Pizarro al posto dell’infortunato Greco. Scelte sfortunate, visto che il montenegrino è ancora una volta in versione balneare e il cileno a mezzo servizio.

Orgoglio Catania D’altronde, nel caldo di Catania, a fare la differenza è la volontà. E i rossazzurri -già salvi -hanno tre medaglie statistiche da appuntarsi: record di punti (46), di vittorie interne (11) e di successi consecutivi (3) in Serie A. Missione compiuta, nonostante la partenza a handicap. Ma il tridente siciliano comincia in fretta a trovare tempi e misure sulle fasce contro una Roma senza fiato, tant’è che il palo di Maxi Lopez (10’) e la traversa di Ledesma (31’) scaldano lo stadio. Nella ripresa Simeone prima inverte gli esterni e poi passa alla difesa tre, con il neo entrato Ricchiuti alle spalle del tridente e Lodi sulla sinistra. Questa fascia infatti diventa terreno di conquista e così da lì parte sia il cross di Lodi deviato in rete da Bergessio (33’), sia il contropiede vincente di Gomez. Da segnalare nel finale il no di Andujar al colpo di testa del collega Doni lanciato in attacco. Scene di eroismo sfortunato che avranno emozionato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, seduto in tribuna e partecipe alle feste e alle coreografie. I titoli di coda, però, sono intrisi tutti della malinconia giallorossa. Un ciclo, stavolta, è finito davvero.