(Il Romanista - D.Giannini) - Eravamo rimasti lì, a quel «Il contratto si fa o non si fa, non se ne parla». Parole di Franco Baldini in una intervista di qualche giorno fa al Corsport.
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De Rossi, la firma è ancora lontana
(Il Romanista – D.Giannini) – Eravamo rimasti lì, a quel «Il contratto si fa o non si fa, non se ne parla». Parole di Franco Baldini in una intervista di qualche giorno fa al Corsport.
Il contratto in questione è ovviamente quello di Daniele De Rossi, ed è anche condivisibile che la Roma e il giocatore non ne parlino più, che aspettino la fumata bianca, oppure quella nera, per farlo. Ma i tifosi continuano a pensarci, a discuterne. Perché sono passati altri giorni, pochi da quella intervista, parecchi dall’ultimo incontro tra le parti, e la firma ancora non c’è. E non appare neppure dietro l’angolo, si è insomma lontani dall’immagine di De Rossi con la penna in mano per chiudere la trattativa con un sorriso grande così da parte di tutti. Stallo. E oggi la cosa è ancora più preoccupante, perché nel frattempo c’è stata la batosta di Firenze e il sogno di calcio rivoluzionario di Luis Enrique ha scricchiolato un altro po’. Non è una sconfitta che può influenzare la sua decisione, quello no. Ma le prospettive future hanno il loro peso. Perché l’incontro di De Rossi con Luis Enrique era stato folgorante, Daniele era stato uno di quelli più colpiti dal modo di lavorare del nuovo allenatore.
Un entusiasmo che si è ripercosso sul campo, dove è stato il migliore da inizio stagione. Se questo amore per un qualsiasimotivo si dovesse interrompere (cosa che per il momento non è accaduta), potrebbero farsi strada quelle "prospettive" di cui aveva parlato Baldini. Il dg giallorosso, che si occupa in prima persona della trattativa anche se a fari spenti, aveva detto: «De Rossi sia come calciatore, ma soprattutto come persona, è il tipo di cui abbiamo bisogno. Parliamo di un giocatore appetito da tutto il mondo e che aveva solo sei mesi di contratto. Un uomo intelligente all’apice della carriera, tentato da mille prospettive, non solo economiche, tutte legittime. Questa è la difficoltà. Nel caso non dovessimo riuscire, sarà perché avrà prevalso in lui una diversa prospettiva». Una situazione complicata, che non fa ben sperare, che non lascia intravedere il punto di congiunzione tra le due parti. Con domanda e offerta ancora distanti, con cifre che non tornano, soprattutto nell’immediato, perché poi per il medio termine le esigenze non sarebbero nemmeno così inconciliabili. Eppure il tempo stringe, la firma non c’è, non è neppure imminente. E allora tornano alla mente le parole di Fenucci, che aveva spiegato: «Il suo rinnovo non peserà sul bilancio perché noi l’abbiamo già previsto e vogliamo condurre questa trattativa col massimo della serenità sperando di riuscire a chiudere prima di Natale». Mancano meno di 20 giorni, sarebbe davvero un bel regalo.
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