(Corriere della Sera-G.Piacentini) L’ultima da titolare l’aveva giocata proprio contro l’Inter, nella semifinale d’andata vinta 1-0 dai nerazzurri all’Olimpico.
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Carica Borriello: «Roma, io ci credo»
(Corriere della Sera-G.Piacentini) L’ultima da titolare l’aveva giocata proprio contro l’Inter, nella semifinale d’andata vinta 1-0 dai nerazzurri all’Olimpico.
Era il 19 aprile, poco meno di un mese fa. In questo periodo Marco Borriello ha fatto la spola tra la panchina (tanta) e il campo (poco), raccogliendo solo 45 minuti contro il Bari e poco meno contro il Milan. È questa la sua nuova dimensione dopo l’arrivo sulla panchina giallorossa di Vincenzo Montella, che per il ruolo di centravanti ha preferito affidarsi a Francesco Totti. Stasera, complice la squalifica del capitano, toccherà a lui sobbarcarsi le speranze di rimonta romaniste. Questa la richiesta che gli hanno fatto, ieri pomeriggio alla stazione Termini, i tifosi giallorossi che sono andati a salutare la squadra in partenza. Ai quali Borriello ha risposto: «Tranquilli, io ci credo» .
Sarà perché ha disputato una grande prima parte di stagione o forse perché quando entra in campo dà sempre tutto, ma Borriello è comunque riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo nelle grazie della tifoseria romanista. Cosa che negli ultimi tempi non è capitata a Menez e Vucinic, tanto per fare due esempi di giocatori che hanno probabilmente qualcosa in più dal punto di vista tecnico ma che lasciano a desiderare da quello caratteriale. Qualità che gli sono state riconosciute in più di una circostanza da Montella, che non ha perso occasione per esaltarne «la professionalità e l’impegno» per come in questo periodo ha accettato le sue scelte. Che poi a fine anno la presenza di uno possa escludere quella dell’altro, è un problema che sarà affrontato in un altro momento. Adesso, invece, a Borriello manca solo il gol. E gli manca da troppo tempo, visto che non segna dal 2 febbraio, giorno del pareggio casalingo contro il Brescia e in pratica l’inizio della fine di Claudio Ranieri.
Sono passati poco più di tre mesi per i comuni mortali, un’era geologica per chi di professione fa il centravanti. Cercherà di sbloccarsi questa sera contro l’Inter. Una partita che per uno che fino al 31 agosto vestiva la maglia rossonera – non lo abbiamo visto festeggiare con i suoi ex compagni, ma tecnicamente lo scudetto del Milan è anche un po’ suo visto che alla prima di campionato era al centro dell’attacco nella gara che la squadra di Allegri ha vinto contro il Lecce – non può essere come tutte le altre. Perché Milano è casa sua, San Siro è il suo stadio, e quando gioca contro i nerazzurri, ai quali in carriera ha segnato solo una volta (il 19 marzo 2008) con la maglia del Genoa, sente sempre aria di derby. Stasera a tifare per lui ci sarà tutta la sua famiglia, compresa la fidanzata Camila, e anche qualche amico di fede milanista. Lui però il regalo più bello vorrebbe farlo a quelli romanisti, e naturalmente a se stesso.
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