(Il Romanista - V.Meta) - L’ultima volta che è stato a Coverciano aveva con sé la solita borsa della Roma e insieme alla Primavera passava nel centro tecnico la notte prima della finale di Coppa Italia.
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Azzurro Barba, ecco l’Under 19
(Il Romanista – V.Meta) – L’ultima volta che è stato a Coverciano aveva con sé la solita borsa della Roma e insieme alla Primavera passava nel centro tecnico la notte prima della finale di Coppa Italia.
Quando ieri mattina ci è tornato, Federico Barba il borsone non ce l’aveva, visto che quello azzurro con lo stemma della nazionale viene fornito ai giocatori quando si presentano alla prima convocazione e per il numero cinque della Primavera il battesimo azzurro è arrivato proprio con l’elenco diramato dal ct dell’Under 19 Evani qualche giorno fa. «Sono contento - ha detto Barba dopo il 6-1 al Pescara in campionato -. Non so se sarò confermato quando la lista dei 24 sarà ristretta a 18, ma farò di tutto per cercare di meritarmi la conferma. In fondo ci dovrebbero essere solo tre centrali e molti terzini: conterà molto la capacità di fare due ruoli». Niente di più incoraggiante per Federico, centrale di ruolo e terzino all’occorrenza, senza distinzione di fascia. D’altra parte, la versatilità ha fatto le sue fortune sin da quando è arrivato alla Roma dalla Cisco per andare a rinforzare il già fortissimo gruppo dei ’93, all’epoca dei fatti (2008) Allievi Coppa Lazio. La stagione successiva è quella della strepitosa cavalcata dei Nazionali di Stramaccioni, che oltre al Torneo di Arco conquista a mani basse lo scudetto battendo in finale la Juventus
. E fra le immagini che meglio raccontano quella giornata ce n’è una di Barba che rincorre Ciciretti subito dopo la rete che avrebbe consegnato il tricolore alla Roma. E pensare che solo fino a un paio di giorni prima della partenza per Montepulciano, Federico si chiedeva quanto spazio sarebbe riuscito a ritagliarsi in quelle final-eight: al centro della difesa i titolari erano Orchi (o Caratelli) e il capitano Fabrizio Carboni, mentre la fascia sinistra - dove Stramaccioni l’aveva talvolta dirottato - era dominio pressoché esclusivo di Guglielmo Amendola. Senonché l’infortunio di Sabelli costringe Stramaccioni a spostare a destra Caratelli, che però proprio alla vigilia della partenza si fa male a sua volta. Il tecnico ha finito i terzini, così chiama in causa Barba, che a destra non ci ha mai giocato, ma a vederlo in campo contro la Fiorentina di Matos non se ne accorge nessuno perché non sbaglia niente. Lo sconfinamento a destra resterà una parentesi di gloria, visto che con il passaggio in Primavera torna a fare il centrale, alternandosi con Orchi quando c’è da sostituire Antei o Mladen. Chiude con 15 presenze in campionato e il secondo scudetto consecutivo. Con la promozione a titolare le responsabilità sono aumentate, tanto più adesso che un brutto infortunio lo ha privato del compagno di reparto Orchi. Che nell’aria ci fosse profumo d’azzurro si era intuito già sabato scorso a Trigoria, con il ct Evani in tribuna. «Comunque vada, sarà un’esperienza in più» dice Federico, pronto a giocarsi le sue carte per andare in Svezia. In fondo per uno che ha visto da vicino la Champions League - era fra i raccattapalle di Barcellona-Machester all’Olimpico - nessun sogno è fuori portata.
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