Se bastasse la scaramanzia, la Roma sarebbe automaticamente in lizza per il Triplete. Di solito, infatti, a luglio la tifoseria giallorossa sogna stagioni memorabili. Ogni acquisto è un potenziale Pallone d’oro e, sulla carta, non si vede chi possa contrastare la marcia giallorossa. Ma questo è un luglio anomalo: finora un solo acquisto, Iago Falque, che per giunta non ha infuocato nessuno; sconfitta alla prima amichevole contro sconosciuti ungheresi di serie B; prima mini-contestazione di un pugno di ultrà.
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Roma, solito Totti in un luglio anomalo
Oggi la Roma non sfoggia un’identità tattica rivoluzionaria e non ha (ancora) un Batistuta
Dice: nell’estate ’82 la truppa di Liedholm fu sconfitta 3-0 dal Trento (serie C) e nel 2000 ci fu la dura contestazione alla banda Capello, eliminata a settembre dalla coppa Italia per mano dell’Atalanta. Stagioni culminate con lo scudetto. Non è che allora conviene prenotare il Circo Massimo? Però se è vero che ai giallorossi va meglio quando partono senza ali di folla plaudente, è anche vero che nell’82 e nel 2000 c’erano indiscutibilmente gioco e/o campioni. Oggi la Roma non sfoggia un’identità tattica rivoluzionaria e non ha (ancora) un Batistuta. Le resta il solito Totti: a Pinzolo su 100 maglie vendute, 90 erano dell’eterno capitano
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