Sono le conseguenze dell'amore: quando si fa una scelta di cuore si dà il massimo, ma non si può decidere anche il finale. E bisogna accettare che non sempre i ritorni sono felici, scrive Silvia Scotti su La Repubblica. La terza volta non è come Ranieri la immaginava: non c'è risultato, non c'è fortuna, non c'è una favola da raccontare, non c'è un lieto fine, non c'è neanche l'atmosfera, un tifoso che possa urlare il suo nome e farlo sentire a casa. Si è scelto il compito più difficile e, lo ha capito a Napoli, sarà lungo. Quando ha scelto di dire sì alla Roma ha fatto due conti, non con i numeri della classifica e ha deciso cosa serve. Ha portato concretezza, serenità: allontanare la tensione è il primo comandamento. Meno isteria, più tranquillità. Sembra un uomo d'altri tempi, mani dietro alla schiena, qualche applauso, molte indicazioni, pochi rimproveri. Evita di lasciare praterie all'avversario, decisione che paga in fase offensiva. Poi la confusione e le scelte sbagliate. Hummels versione turista e Angelino distratto non lo aiutano, mette la difesa a tre nella ripresa anche se la difesa a quattro nel primo tempo aveva funzionato, non osa Soulé quando è sotto di un gol. E così non c'è favola, non c'è nessuno felice e contento. Salvare la patria è compito arduo, non bastano le scelte d'amore.
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La Repubblica
Il Ranieri-ter subito in salita: la favola fa i conti con la realtà
Salvare la patria è compito arduo, non bastano le scelte d'amore. Quando ha scelto di dire sì alla Roma ha fatto due conti, e ha deciso cosa serve
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