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La Repubblica

Il Como affonda la Roma. E nella tribuna Hollywood Keira si scatena ai gol

Il Como affonda la Roma. E nella tribuna Hollywood Keira si scatena ai gol - immagine 1
I Friedkin hanno visto la partita in tv, definito la prestazione inaccettabile e promesso smottamenti nel mercato di gennaio
Redazione

La Roma è la solita storia, ma stavolta i Friedkin hanno fatto sapere di essere particolarmente arrabbiati: in campionato perde un partita su due e sono addirittura tre su quattro da quando c'è Ranieri, che non immaginava che sul lago la sua squadra venisse in gita a rimirare le stelle di Hollywood che il Como invita sempre allo stadio, scrive Emanuele Gamba su La Repubblica. Stavolta c'erano Keira Knightley, che da ragazza tirava punizioni in Sognando Beckham, suo marito James Righton, di mestiere rockstar, Michael Fassbender e Adrien Brody. Keira al gol di Gabrielloni ha esultato come una pazza («Emozionata? Lo ero!») e poi chissà se ha chiesto in giro chi fosse, questo Gabrielloni: avrebbero potuto dirle che quella storia meriterebbe un film oppure, secondo il suo allenatore Fabre-gas, "almeno una statua qui al Sinigaglia". I Friedkin hanno visto la partita in tv, definito la prestazione inaccettabile e promesso smottamenti nel mercato di gennaio: tutti sono in bilico tranne Ranieri, cui la proprietà ha rinnovato la fiducia.

Il Como ha vinto davvero alla Gabrielloni, cioè con la rabbiosa umiltà (che la Roma non ha) di chi le ha viste tutte ma crede di poterne vedere ancora. Per segnare, ha incenerito Ndicka nell'area piccola, dopo che Cutrone s'era fatto beffe di Pisilli (Ranieri: "Ma perché c'era un centrocampista a marcare un attaccante?"), poi s'è arrampicato in curva a prendersi gli abbracci dei tifosi. Infine, al 7' di recupero, s'è involato nella metà campo deserta (la Roma era tutta avanti a cercare la benedizione di un gol per caso) e anziché segnare l'ha fatto fare al compagno Nico Paz, perché così fanno i capitani. Decisiva è stata anche l'altra bandiera del club, il comasco Cutrone, che da qualche tempo aveva perso il posto a scapito di Belotti: "Patrick è arrabbiato con me, non mi parla, non mi saluta, non mi guarda, ma io me ne frego: mi basta che parli in campo" dice ancora Fabregas, che ha già smesso di essere un teorico del calcio filosofico: "Conta di più il cuore". Lo pensa di sicuro anche Ranieri, che della sua squadra di fiorettisti non sa cosa dire o se lo sa è meglio che non lo dica, anche se dev'essere molto simile a quello che pensano i Friedkin. Probabile che loro qualche sciabolata la daranno.