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Tommasi: «Che fatica la ripresa, ma da questa Roma mi aspetto il filotto»

(Il Romanista – M.Macedonio) – Quando gli è possibile, fa in modo di vederla dal vivo. Anche per salutare qualcuno dei suoi ex compagni.

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) - Quando gli è possibile, fa in modo di vederla dal vivo. Anche per salutare qualcuno dei suoi ex compagni.

A Verona, ad esempio, come è stato anche di recente, e come gli capita ogni volta che la Roma gioca dalle parti di casa sua. Perché a quei colori Damiano Tommasi continua ad essere legato. Anche oggi che il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori lo vorrebbe un po’ più super partes. Sarà perché la presenza di Zeman in panchina lo riporta alle due stagioni vissute con il tecnico boemo, tra il ’97 e il ’99, ma non si tira certo indietro quando gli si chiede un giudizio su questa Roma. «Mi sembra che stia continuando il processo di assimilazione degli schemi di gioco da parte della squadra – dice l’ex centrocampista giallorosso -. E credo anche che i giocatori si stiano pian piano abituando al tipo di lavoro che Zeman chiede loro. Qualcuno, in particolare, sta trovando le giuste misure in campo. Penso a Pjanic, che sta cominciando ad offrire un rendimento costante, credo il migliore dall’inizio della stagione. Che è poi ciò che ci si aspetta da lui, viste le qualità tecniche di cui dispone».

Che idea ti sei fatto dell’intera squadra, dopo quattro-cinque mesi di lavoro con il tecnico? 

E’ un gruppo molto forte, che finalmente Zeman sta riuscendo a far esprimere secondo i suoi concetti. Deve solo trovare più continuità nelle occasioni create, che è una costante delle squadre del boemo ma che non sempre è finora emersa in questa Roma. Qualcosa, a mio parere, manca anche sul piano del ritmo di gioco. Ma è in parte comprensibile, avendo dovuto, la squadra, mutare quasi radicalmente atteggiamento rispetto allo scorso anno. Quando il gioco era certamente meno in verticale di oggi. 

Quanto ha influito l’aver cambiato in misura consistente l’organico, e il fatto che alcuni dei nuovi arrivati siano anche molto giovani? 

Giovani sì, ma già con l’esperienza sufficiente, secondo me, per farsi valere in questa Roma. 

C’è qualcuno che ti ha colpito in modo particolare? 

Ho avuto il piacere di vedere dal vivo Marquinhos all’esordio da titolare. Era in Roma-Atalanta, in casa. E mi ha molto impressionato, in una partita di certo non facile, e in cui, soprattutto nei primi venti minuti, gli avversari hanno messo in seria difficoltà la squadra. E lui, nonostante la giovane età, mi è parso da subito garantire equilibrio e rendimento, in un ruolo delicato e che generalmente esige molta più esperienza.

La squadra è appena partita per la minitournée negli Stati Uniti. Ricordo che anche nella tua Roma zemaniana, quella del secondo anno, vi trovaste ad affrontare una trasferta proprio in questi giorni. Come la viveste? 

Andammo a Nizza, per un’amichevole con la squadra francese, che a quei tempi era di proprietà dello stesso Franco Sensi. Se non sbaglio, era il 30 di dicembre. Non fu comunque un impegno pesante, anche perché, se non ricordo male, andammo e tornammo in giornata. Rientrava, anche quella gara, nella minipreparazione che Zeman fa sempre in questo periodo dell’anno. Quanto alla trasferta di oggi, ad Orlando, si parla di tanto degli eventuali problemi di jet-leg, ma mi auguro che siano superabili. 

Com’è il lavoro a cui Zeman sottopone i suoi giocatori in queste vacanze natalizie? Dà delle prescrizioni prima di rivedersi? 

Fa lavorare talmente tanto dopo che sta alla professionalità dei singoli farsi trovare al meglio al momento del rientro. Non credo che stavolta si siano create condizioni particolari al ritorno dalla pausa, anche perché è stata così breve che non c’è stato neanche il tempo di perdere la condizione. Condizione, peraltro, che è stata raggiunta solo di recente. Perché, a differenza di quanto si è soliti sostenere a proposito delle squadre di Zeman, quest’anno, come già nella passata stagione a Pescara, il gruppo non è partito “sparato”, ma è andato crescendo pian piano. E’ anche vero che parecchi giocatori sono arrivati alla fine della preparazione, e non aver svolto il lavoro estivo, particolarmente duro con Zeman, può avere inciso sulle difficoltà che il gruppo ha avuto nelle prime giornate di campionato. 

Cosa ritieni che i tifosi si debbano aspettare dal 2013? La squadra è già competitiva per puntare a traguardi importanti? 

Intanto, mi aspetto che diverta sempre di più. Quanto alla competitività, non credo che sia in discussione. Mi sembra infatti che, a parte la gara di Torino, la Roma possa davvero giocarsela con tutte quelle che sono lì con lei. Il derby lo ha perso in inferiorità numerica, mentre con Inter, Fiorentina e Milan ha dimostrato di essere superiore a tutte e tre, battendole nettamente. E’ anche vero che dalle squadre di Zeman ci si può aspettare di tutto. Anche un filotto che la proietti molto in alto, così come viceversa. Ma sono fiducioso. E penso che un traguardo che la veda arrivare nelle prime posizioni sia comunque alla sua portata.