rassegna stampa roma

Pjanic: «Non molleremo»

(Il Romanista – V.Meta) Eccedenza di emozioni. Avrà bisogno di qualche giorno, Miralem Pjanic, per riprendersi dalla settimana per cuori forti che l’ha visto avanzare a grandi passi nella storia.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) Eccedenza di emozioni. Avrà bisogno di qualche giorno, Miralem Pjanic, per riprendersi dalla settimana per cuori forti che l’ha visto avanzare a grandi passi nella storia.

Una partita da protagonista a Kaunas per portare la sua Bosnia là dove non era mai stata, una doppietta (la prima in giallorosso) per portare la Roma ancora più in alto vincendo la partita che tutti descrivevano come il grande esame di Rudi Garcia. Lode, bacio e braccio accademico, promozione a pieni voti per tutti e Pjanic con menzione speciale per il contributo in bellezza aggiunto a una notte perfetta. «La mia una punizione alla Juninho Pernambucano? Ma no, ho segnato alla fine del primo tempo ed era un gol importante, ma ancora più importante era vincere alla fine». La Roma ce l’ha fatta per l’ottava volta in altrettante partite, ormai nascondersi sta diventando roba per attori navigati.

Mica come lui, che in questa sua folle settimana di lacrime e brividi non è riuscito a nascondere nemmeno la tempesta di emozioni che lo aveva travolto nel vedere i tifosi bosniaci esultare alla fine della partita che ha consegnato alla sua nazionale la prima qualificazione ai Mondiali della sua giovane storia. Doveva andare a parlare con le televisioni, non ce l’ha fatta. Pianto libera tutti. In fondo quel giorno si celebrava un’importante festività islamica, quella della fede assoluta, che vieta tassativamente qualsiasi forma di digiuno o astensione – e le lacrime non fanno eccezione.

«Sono orgoglioso di aver portato il mio Paese al Mondiale – le sue parole a Roma Channel -. E sono ancora più contento perché ho segnato la mia prima doppietta in una partita così, perché la volevamo vincere e ci siamo riusciti. Questo per me è un momento bellissimo». E pensare che fino a poche settimane fa di lui si parlava più come della prossima cessione illustre che per quello che faceva nel centrocampo migliore d’Italia, più per le «beghe contrattuali» (parola di Sabatini) che per il pallonetto al Verona – tanta bellezza anche lì. Quando è uscito Totti, non poteva essere Borriello a fare lo stesso gioco del Capitano, così è stato Pjanic a cercare di dare fastidio fra le linee, un po’ suggerendo e un po’ inserendosi, tanto che alla fine Inler e Behrami hanno rinunciato a prenderlo.

Un gioiello su punizione, un rigore calciato alla perfezione (e per gentile concessione di Strootman), la sua firma sulla partita che consegna al campionato una Roma a tratti imbarazzante per la facilità con cui sembra giocare e al tempo stesso fortissima per l’energia che trasmette. «Mettiamo obiettivi alti, e speriamo di fare una grande stagione – concede Pjanic -, ma serate come questa sono merito di tutta la squadra. Si vede da come è entrato Borriello che stiamo bene: è difficile per gli altri fare gol se ci difendiamo in undici. Tutta la squadra è importante, tutti e venticinque e si vede da inizio stagione: tutti quelli che entrano fanno bene, è quello che fa la differenza». Niente lacrime stavolta. In fondo non è ancora successo niente. Al massimo due passi nel delirio.