(Il Romanista - D.Galli) Lo chiamavano riserva. Il Ninja li ha zittiti tutti. Dicevano che la Roma aveva speso oltre 12 milioni – 3 per il prestito, 6 e mezzo per riscattarne a giugno la metà – per un panchinaro. Poi il panchinaro ha giocato praticamente sempre, e da quando ha giocato – sarà un caso – la Roma non solo non ha più preso un gol, ma nemmeno ha più permesso agli avversari di tirare in porta. Genoa e Juve, zero conclusioni nello specchio. Giusto la Samp ha combinato qualcosa, è riuscita a far arrivare tre volte la palla dalle parti di De Sanctis. Tre tiri in porta nelle tre partite giocate da titolare da Radja Nainggolan, che col Livorno è entrato a gara in corso. L’impatto è stato devastante e il risultato lo stesso di Genoa e Juve: anche col Livorno zero pensieri per De Sanctis. Zero. Quattro palloni, tutti lontano dai pali. Pericoli? Mai.
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C’è un Ninja a difesa del muro
(Il Romanista – D.Galli) Lo chiamavano riserva. Il Ninja li ha zittiti tutti. Dicevano che la Roma aveva speso oltre 12 milioni – 3 per il prestito, 6 e mezzo per riscattarne a giugno la metà – per un panchinaro.
Le cifre di Radja sono incisive quasi come le sue entrate. Ha esordito con la Samp, e in quei primi 69 minuti da romanista ha fatto registrare – dati Opta – 35 passaggi positivi, oltre a un paio di tiri in porta. Sono pochi 35 passaggi? Beh, per Ljajic sono stati appena uno in più e per Strootman 14. Comunque, no problem, dopo è cresciuto… Titolare di nuovo col Genoa, ha concluso due volte nello specchio. Quisquilie, guardate altrove: Nainggolan ha primeggiato per passaggi positivi (102), lanci riusciti (9), recuperi palla (11). E ha giocato 125 palloni, contro i 117 di Strootman. Il Genoa non ha tirato in porta. Mai. Con la Juve, Garcia punta su un centrocampo muscolare, salvo poi affidarsi al genio di Pjanic per scardinare il catenaccio di Nereo Conte. I bianconeri riescono a perforare in un’unica occasione la difesa romanista. Però non vale, la palla ha varcato la linea di fondo e il gol di Peluso non è gol, non è buono, fatevene una ragione. I cinque tiri verso la porta giallorossa non centrano lo specchio. Mai. Mai. Mai. Mai. Nainggolan non concede nulla, là in mezzo ha alzato una Maginot, assieme a De Rossi e Strootman è in trincea permanente. E così la difesa non va in affanno. Mai. Personaggio stupendo, raccontano a Trigoria.
La Roma s’appresta a organizzare un Nainggolan-Day. È un piacere, ma anche un dovere. Ha ricevuto una valanga di richieste di interviste dal Belgio e qualcuna dalla Thailandia. Strano per una “riserva”, per uno che “in Belgio lo ignorano”, uno che se non è ancora nel centrocampo della sua nazionale è perché questo Belgio là in mezzo è già supersonico. Eppure adesso che gioca nella Roma il Ct Marc Wilmots gli ha ridato una speranza, in ottica Mondiale: «Nel suo ruolo – ha detto qualche giorno fa al “Corriere dello Sport” – c’è tanta concorrenza e io gioco con un solo mediano. Ma lui ha qualità e sa segnare. Il suo passaggio dal Cagliari alla Roma è sicuramente un momento importante. Sono curioso di vedere quali saranno le sue prestazioni e in quale ruolo giocherà. È tra quelli che sto seguendo e che continuerò a seguire». Sta conquistando Roma, dopo aver conquistato il cuore di Cagliari. Date un’occhiata al suo account su Twitter, è sommerso dall’amore dei tifosi, vecchi e nuovi, rossoblù e giallorossi. Lui accontenta tutti, twitta, ritwitta, risponde, è una trottola, sta al gioco col fake di Sabatini. Poi spegne, stacca, si mette i parastinchi coi quattro mori, omaggio alla terra che l’ha adottato, veste la Roma. E là non si passa. Mai. Adesso continuate a chiamarlo riserva
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